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Data di pubblicazione:10/01/2003
Fonte:La Stampa edizione Torino cronaca
Titolo dell’articolo:Sull´Aosta-Torino fra ritardi, coincidenze perse e teppisti: «Meglio i bus sostitutivi del treno»
Testo dell’articolo:Un film sul viaggio in treno da Aosta a Torino potrebbe cominciare con questa scena: cinque ragazzini avvicinano un uomo con l´aria dimessa nel sottopassaggio della stazione, lo chiudono in un angolo, gli urlano poche parole con tono minaccioso, poi si dileguano appena scorgono qualcuno che scende le scale diretto verso di loro. Un episodio come tanti, «folclore da stazione», indizio di qualcos´altro da scoprire nel seguito del film. L´attenzione del viaggiatore è rivolta a quel treno sul secondo binario, il «regionale» per Torino Porta Nuova previsto in partenza alle 14,38. Il viaggio è un´incognita, la linea è stata riaperta il 21 dicembre dopo due anni di chiusura forzata dai fanghi e dai sassi dell´alluvione. E il battesimo di quel giorno era stato un disastro: ritardi di un´ora e mezza oltre alle due già indicate dai tabelloni affissi nelle stazioni. La linea pareva condannata al fallimento, almeno per quanto riguarda l´immagine. I pullman sostitutivi utilizzati negli ultimi due anni erano più veloci, avevano cancellato il ricordo di una linea lenta e soggetta a ritardi anche prima che fiumi di fango e sassi invadessero tutto. I 90 minuti di ritardo prenatalizi sono diventati 13 nel «regionale» delle 14,38 di mercoledì. Il capotreno controlla con scrupolo l´orologio e con altrettanta diligenza annota su una tabella partenze, arrivi ed eventuali ritardi. Ha il posto riservato in una carrozza rinnovata, poltroncine di plastica di design futuristico, ideate da qualcuno che ha ritenuto superflui i braccioli tra un posto e l´altro, lasciando il conforto di questo punto d´appoggio soltanto a chi siede lungo il corridoio. Le porte mobili tra una carrozza e l´altra sono scassate, la toilette è senz´acqua e per tenere chiusa la porta bisogna puntare un piede. La scelta del color verde tenue per le poltrone rilassa e bendispone verso eventuali ritardi. «Speriamo bene, mio marito ha preso questo treno l´altro giorno è mi ha detto che è stato un disastro» racconta Mirella Spuldaro, 58 anni, diretta a Torino. Ancora: «Ormai mi ero abituata al pullman, era rapido. Questo treno sarà costretto a rallentare in vari punti». Le carrozze rinnovate sono agganciate a quelle «old style», con l´illusione di avvolgimento offerta dalle «alette» in cima a ogni schienale. E qualcuno si è pure affezionato a quelle poltrone di plastica marron scuro. «Sappiamo che ci sono anche quelle più moderne, ma preferiamo queste» sono concordi Daniele Personnettaz, 22 anni, e Alice Peano, di 19, studenti universitari diretti in Emilia Romagna. Piuttosto, sono preoccupati per la coincidenza a Chivasso: «Speriamo che il treno sia in orario oppure che quello in partenza ci aspetti, anche se di solito non accade». Le carrozze vecchio stile, però, hanno attirato l´attenzione anche di quei cinque ragazzini saliti sul treno ad Aosta, dopo l´incontro ravvicinato con un viaggiatore nel sottopassaggio. Il loro è un viaggio di lavoro: cercano qualcuno da derubare oppure da rapinare. La differenza sta nel coltellino che il «duro» del gruppo decide di tirar fuori per spaventare i «bersagli» più giovani. «Mi hanno puntato la lama addosso, volevano soldi. In quel momento è arrivato il controllore e se ne sono andati» dice Sergio Ponti, 22 anni, musicista, di Trofarello. Un anziano è stato «perquisito» e poi ha ottenuto la restituzione dei buoni pasto rubati (ma per i soldi non c´è stato nulla da fare); una donna si è vista infilare una mano nella borsetta e non se l´è sentita di reagire davanti alla «baby gang». Qualcuno avverte anche il capotreno, che subito compone al cellulare il numero della polizia ferroviaria di Chivasso. Almeno una decina di tentativi, ma a rispondere c´è soltanto la segreteria telefonica. «Sono sempre gli stessi, li ho visti anche un´altra volta e credo che lo stesso valga per i miei colleghi. Ho segnalato tutto nelle relazioni a fine viaggio, ma la situazione rimane questa» dice allargando le braccia a una donna che si stringe nel cappotto scuro. Il capotreno non può fare molto, i cinque hanno il biglietto in regola. Alla stazione di Chivasso, s
altano dal treno e fuggono verso la periferia, saltando i binari. Il loro viaggio è finito. Un´ora più tardi, il «regionale» per Torino Porta Nuova arriva a destinazione. I 13 minuti di ritardo fanno sorridere.

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