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Data di pubblicazione:23/01/2004
Fonte:L'eco del Chisone
Titolo dell’articolo:Il treno se ne va, beffando i pendolari
Testo dell’articolo:"Stress da pendolari di Trenitalia": è la nuova malattia "professionale" che, tra qualche anno, le Ferrovie potrebbero dover risarcire ai suoi viaggiatori. Non è ironia, né paradosso: lo "stress" reale, dovuto ai perenni ritardi sulla tratta Pinerolo-Torino. Cinque-dieci minuti quotidiani che, una volta alla settimana, diventano mezz'ora e più. Colpite le 3-4 corse "calde" del mattino col loro giornaliero carico di 2-3.000 lavoratori e studenti.
Orologio alla mano, tesi per il timore di dovere giustificare l'ennesimo ritardo al capoufficio o bollare la cartolina con decurtazione di mezz'ora di stipendio, si rodono il fegato per quello che è diventato un "caro, cronico disservizio". Ultima "chicca", quella di giovedì scorso.
L'affollato treno di pendolari delle 7,22 per Torino non parte. Il locomotore non cammina per un calo di tensione nel tratto Airasca-Pinerolo. Questa volta la stazione di Pinerolo si comporta adeguatamente e fa trovare sul piazzale cinque autobus sostitutivi per il trasporto fino ad Airasca. Pochissimi i minuti di ritardo, giusto quelli imposti dall'imprevisto e si parte.
La beffa, però, è dietro l'angolo. Giunti alla stazione airaschese, i pendolari scendono dal bus. Ma proprio in quel momento, il treno se ne va con i pochissimi che erano già saliti. Agli inferociti 200 utenti rimasti sotto la pensilina, gli addetti alla stazione hanno replicato: «Colpa dei vostri pullman con passo da lumaca. Il passaggio a livello oltre la stazione (sulla Provinciale di collegamento con l'autostrada) era chiuso da 15 minuti, non potevamo attendere oltre. I treni devono partire puntuali». E, ciliegina sulla torta, di fronte alla minaccia di invadere i binari: «Invece di stare qui a protestare andate a lavorare!».
Alle 8,07 giunge il treno successivo, ma con destinazione Porta Susa (anziché Porta Nuova). L'arrivo definitivo - dunque - avviene con oltre 40 minuti di ritardo e "fegato" in subbuglio.
Sotto accusa è l'intero nuovo orario ferroviario, il tanto pubblicizzato "Memorario". Spulciando i giornali locali in Piemonte, nessuno è soddisfatto. Sulla nostra tratta sono state anticipate - dagli 8 ai 12 minuti - tutte le partenze del mattino, allungando i tempi di percorrenza di 10 minuti e in un caso (il treno delle 7,22) anche di 15. La grande innovazione, dunque, è partire prima per arrivare dopo. Bel guadagno per chi già si alzava alle 6 ed ora deve anticipare ulteriormente la levata: «Se si aggiungono i cronici ritardi ci si sente veramente "beffati e cazziati", giusto cocktail per iniziare bene la giornata» riferisce Gianluca Gagliati, del Comitato treno.
Altro "fior da fiore" è l'assurdo anticipo del treno degli studenti alle 12,57, che imporrebbe un'uscita anticipata di 10 minuti, sconvolgendo tutti gli orari a 4 mesi dall'inizio della scuola.
«Una logica a tutto questo c'è – spiega Pietro Cristini, sempre del Comitato treno –: le Ffss, allungando i tempi di percorrenza, si cautelano presso la Regione per non pagare le previste penalità in caso di non osservanza degli orari di arrivo, scaricando il disagio sui passeggeri».
Molto si risolverebbe se andasse in porto il raddoppio selettivo della linea, almeno nel tratto Pinerolo-Candiolo, intervento previsto e poi depennato dalle opere connesse alle Olimpiadi 2006. Ancora Gagliati: «Su una tratta di 30 km si incrociano ben tre treni con fermate in stazione che superano i 5 minuti». I problemi, certo, non si fermano qui: per ragioni di spazio, però, rinviamo a prossime puntate.

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