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Data di pubblicazione:21/02/2004
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Nelle gallerie telefonini ancora ko a un anno dallo scontro di due treni in valle Roja
Testo dell’articolo:«Dopo la tragedia di un anno fa, sulla ferrovia Cuneo-Nizza si è alzato un gran polverone, ma alla fine non è cambiato nulla». A parlare è un ferroviere cuneese. Vuole rimanere anonimo, ma i guai di quella linea li conosce bene. In uno degli 81 tunnel in Val Roya, il 27 gennaio 2003, intorno alle 11, si scontrarono un treno italiano e uno francese. Nell’incidente, morirono due ferrovieri (Giuseppe Bessone, 52 anni, di Villanova Mondovì, e Attilio Bandiera, 34, di Ventimiglia), mentre furono una cinquantina i feriti. Duecento persone, che viaggiavano a bordo del convoglio partito da Torino e diretto ad Arma di Taggia, rimasero un’ora al buio, isolate, in attesa dei soccorsi nella galleria Bieugne tra Saint Dalmas de Tende e Fontan. Uno stop non rispettato o un cambio di binario sbagliato, le probabili cause della tragedia. L’inchiesta è ancora in corso. «Allora si disse – prosegue il ferroviere – che se fosse stato possibile usare il telefono a bordo, forse lo scontro si poteva evitare. Adesso, abbiamo il cellulare di servizio anche se, quando siamo in Francia, per disposizione dell’azienda, non possiamo fare chiamate. Tanto sarebbe inutile perché nelle gallerie, oggi come un anno fa, non c’è segnale». «Il personale di bordo – rispondono le Ferrovie - non solo è autorizzato a usare il cellulare in territorio francese, ma è dotato di apparecchi in grado di funzionare sulle reti mobili estere. In Piemonte si sta procedendo all’eliminazione delle cosiddette “zone d’ombra” di ricezione e trasmissione. Alcuni interventi sono già stati completati in Val Susa, quindi si procederà con altre linee come la Cuneo-Ventimiglia». Capitolo Memorario. Per macchinisti e capitreno, dal varo di metà dicembre, anche nelle tratte di confine il servizio è peggiorato. La conseguenza è che i tempi di percorrenza, da Cuneo a Ventimiglia, sono aumentati di almeno un quarto d’ora. «Il progetto Memorario – ribattono i vertici di Trenitalia - , per sua natura, prevede la massima estensione del numero di fermate. Non è esclusa la soppressione di quelle effettivamente inutilizzate».

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