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Data di pubblicazione:09/04/2004
Fonte:La Stampa edizione di Asti
Titolo dell’articolo:«Cura dimagrante» a tre stazioni: Pessione, San Damiano e Cambiano
Personale ridotto e biglietterie automatizzate
Testo dell’articolo:Piccole stazioni chiudono. O meglio diventano «impresenziate», cioè il personale ferroviario viene ridotto, di notte o nei weekend non c’è più nessuno, resta solo la biglietteria automatica. Come sta accadendo a Pessione di Chieri, a Cambiano, a San Damiano lungo la linea Asti-Torino. Le Ferrovie razionalizzano ed automatizzano, segno dei tempi, ma passeggeri e capistazione storcono il naso. A Cambiano la vecchia biglietteria da qualche giorno è sprangata. Sui cancelli chiusi il solito avviso anonimo che invita la clientela a servirsi dell’impianto automatico per i ticket. «La mannaia dei tagli della Rete Ferroviaria Italia è caduta su questi 40 chilometri tra Cambiano, Pessione e San Damiano - accusa il responsabile regionale del settore movimento Fit-Cisl Federico Chiariello -. Questa manovra taglia in Piemonte ben 60 posti di lavoro, di cui una trentina sulla Torino-Asti. Senza contare le conseguenze nella regolarità del trasporto. In caso di guasti su queste tratte, dove non c’è personale nelle stazioni, i treni rischiano di stare fermi per ore e di creare un effetto a catena sui ritardi». A Cambiano i capistazione passano da sei a tre, da qualche giorno la biglietteria è serrata tra il disappunto dei passeggeri. «Di notte la stazione resterà chiusa come pure nei weekend» precisa Giorgio Scarino, 23 anni, capostazione. E il barbone che dorme sulle scomode panche di legno della sala d’aspetto dovrà trovarsi un’altra casa. Pietro Mitrione, 49 anni, capostazione da 30 anni: «Mi stringe il cuore vederla chiusa. Il rischio è che venga presa d’assalto dai vandali». La stazione, fondata nel 1848 accanto alla liquoreria Camoirano, ha una storia gloriosa legata alla rivoluzione industriale. Come quella di Pessione, sorta accanto alla Martini & Rossi che, però, oggi preferisce utilizzare il trasporto su gomma. Qui il personale è presente in limitate fasce orarie al mattino, per il resto è una «stazione fantasma». «Nessun dipendente perderà il lavoro - precisa Mario Elia, responsabile delle relazioni esterne delle Ferrovie -. Verranno trasferiti in altri settori e riqualificati professionalmente». Resta il disagio di chi arriva senza biglietto e magari non ha moneta o trova la biglietteria automatica fuori servizio, di chi ha bisogno di chiedere informazioni o aspetta il treno e vede aumentare il ritardo. «Non possiamo permetterci personale in ogni stazione - aggiunge ancora Elia -. La scelta è quella di razionalizzare le risorse per investire in tecnologia e sicurezza. Le linee automatizzate verranno controllate da grandi sale computerizzate disposte lungo i percorsi ferroviari. Comunque oggi si può acquistare un biglietto anche in agenzia o nelle tabaccherie convenzionate, persino su Internet. E se la biglietteria automatica è inceppata si può salire ugualmente sul treno: verrà applicata una piccola soprattassa». Ma la campana dei sindacati è ben diversa: «Le tecnologie sono sempre le stesse. Non è vero che si investe in sicurezza - ribatte Federico Chiariello -, si tenta di giustificare così i tagli del personale. Ma abbiamo già in previsione uno sciopero».

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