<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:07/07/2004
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Scontro in Val Roja: Sncf condannata
Morirono macchinista di Villanova e capotreno di Ventimiglia
Testo dell’articolo:NIZZA - La «Societè National de Chemin de Fer» è responsabile del tragico incidente ferroviario avvenuto sulla linea della Valle Roja il 27 gennaio 2003, uno schianto in galleria nel quale persero la vita il capotreno Attilio Bandiera, di Ventimiglia, e il macchinista Giuseppe Bessone, di Villanova Mondovì, e rimasero feriti decine di viaggiatori, in particolare ragazzi italiani, torinesi, di ritorno da una gita scolastica. Sncf colpevole, per il tribunale di Nizza presieduto dal giudice Guery, sia per l’accusa di omicidio colposo, sia per quella di omissioni in materia di sicurezza della linea ferrata internazionale. L’amministrazione ferroviaria transalpina, nel dispositivo di sentenza, è stata condannata a pagare una sanzione di 40 mila euro. Pene detentive, invece, ma con la sospensione condizionale, per il capostazione di Breil sur Roja Celestino Meloni, un anno (reo confesso di aver dimenticato la presenza del treno italiano sulla linea), per Jean Paul Martelliere, capo del servizio di manutenzione della linea, nove mesi, e per Bruno Besegher, capo unità della società di Nizza addetta all’ispezione in materia di sicurezza, responsabile di non aver segnalato il malfunzionamento di una apparecchiatura che avrebbe potuto evitare la tragedia, sei mesi. A prevalere in aula, quindi, in un processo che ha visto i giudici parigini della Sncf scatenare una guerra di perizie sulla ricostruzione dei fatti, è stata la linea accusatoria del procuratore Rolland che fin dal primo momento, pur individuando la responsabilità personale del capostazione, aveva puntato l’indice sulla mancanza di manutenzione e l’inefficienza degli impianti della stazione di Breil sur Roja. Il tribunale ha invece assolto altri quattro imputati, tutti funzionari delle ferrovie, indicati come corresponsabili della tragedia. I giudici di Nizza che ieri mattina hanno letto la sentenza in un’aula gremita di pubblico e avvocati, hanno accordato risarcimenti danni morali e materiali ai parenti di Attilio Bandiera (gli unici ad essersi costituiti in giudizio) assistiti dagli avvocati Marco Bosio e Philippe Armani. E il riconoscimento del danno morale per la fidanzata del capotreno italiano deceduto in quel drammatico giorno ha ribadito, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, la severità della magistratura francese nei confronti di quella che è destinata a rimanere una pagina nera della storia della linea ferroviaria internazionale. Per le parti lese, in particolare una ragazzina torinese che era caduta in coma per una lesione alla milza, e per un artigiano di Ventimiglia, il tribunale ha disposto una provvisionale e un risarcimento danni in separata sede. Oggi, a quasi un anno e mezzo da quel tragico schianto nella galleria «Biogna», i treni continuano a passare sulla linea della Valle Roja. Le Sncf hanno avviato un’operazione di manutenzione straordinaria alzando gli standard di sicurezza (adeguandoli a quelli italiani) e ripristinando le apparecchiature finite nel mirino della procura. Ma quel giorno di gennaio rimane maledetto per i due ferrovieri italiani vittime di omissioni e leggerezze.

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it