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Data di pubblicazione:20/07/2004
Fonte:La Stampa edizione di Asti
Titolo dell’articolo:«Nelle stazioni igiene a rischio»: cinque addetti al lavoro tra Asti, Nizza e Canelli
Testo dell’articolo:AH, le vecchie pubblicità, o meglio, le «réclame». In uno slogan riuscivano a dar vita ad un concetto, che era poi una visione del mondo, spesso la realtà. Una, qualche anno fa, recitava più o meno così: «Lo sporco c’è, ma non si vede» ammoniva dichiarando guerra a batteri e simili. Era di un detersivo? O forse un detergente per i vetri? Chissà. E chissà se oggi i pubblicitari viaggiano in treno e, dunque, partono o arrivano nelle stazioni. Se capitassero in quella di Asti, spolverando l’apparenza, troverebbero forse l’ispirazione per una campagna pubblicitaria: «Lo sporco c’è ma (non sempre) si vede», lo slogan rivisitato. E Gianpiero Freilino, segretario della Filt, la categoria trasporti della Cgil, lo sottoscrive. L’indice è puntato sull’appalto per la pulizia e la manutenzione della stazione affidato nel giugno 2002 alla «Eporlux», ditta del Torinese: per due anni, più un terzo di proroga, si è assunta l’incarico per le stazioni del Piemonte. Nell’Astigiano, oltre a quella del capoluogo, ci sono anche Nizza e Canelli. Il tutto con cinque addetti, tre a tempo pieno e due con contratto part time di 20 ore spalmate su cinque giorni. Un sesto lavoratore andrà in pensione nelle prossime settimane e sta beneficiando di ferie arretrate. «Le cose si erano messe male sin dall’inizio - sostiene Freilino - su 113 addetti in Piemonte, 26 erano stati posti in mobilità: ad Asti, in due anni, l’organico è stato dimezzato. Impossibile tener puliti stazione, relativi uffici, oltre a binari e aiuole?».
Freilino cita alcuni esempi di disservizi: «La calce sui binari, da quando c’è la ‘’Eporlux’’, non viene più sparsa con le conseguenze igieniche che ne conseguono». Anche i bagni sono spesso motivo di lamentela da parte dei passeggeri: «Un tempo c’erano i custodi, ora non più. Così, ad esempio, se si ha bisogno della carta igienica bisogna ‘’inseguire’’ l’addetto ‘’Eporlux’’». Anche l’erba nelle zone verdi non viene tagliata: il simbolo è la zona, infestata dalle erbacce, dove è stato installato il monumento ai ferrovieri caduti in servizio.

«Il problema è che i lavori non vengono eseguiti e a pagarne le conseguenze oltre alla clientela è la stessa ditta che deve pagare fior di penali a Trenitalia» aggiunge. Si parla di 250 mila euro pretesi nel 2003. «Tutto dipende dall’organico, nettamente insufficiente - ribadisce - e la situazione si sta aggravando». Ad aprile c’è stata una nuova richiesta di mobilità, arginata con i contratti di solidarietà: il 60% dello stipendio lo versa l’Inps, la rimanenza è a carico della ditta. Peccato che in busta paga la “Eporlux” metta buoni pasto invece che soldi. Come può essere permessa una cosa simile?».

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