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Data di pubblicazione:04/08/2004
Fonte:ProvinciaGranda.it
Titolo dell’articolo:Ferrovia To-Sv: da dicembre tornino Diretti ed Espressi
Testo dell’articolo:Enrico Costa interroga - Trenitalia è possibilista - Casoni: ci saranno due treni veloci nelle ore di punta, ogni giorno
Scomodo come un tram: i pendolari bocciano il nuovo treno Minuetto



MONDOVÌ - Dal 15 dicembre 2004, quando entrerà in vigore Memorario 2005, siano ripristinati gli “Espressi” ed i “Diretti” sulla Torino-Savona-Ventimiglia. Questa, in sintesi, la richiesta emersa da un incontro tra utenza e ferrovie, giovedì sera nella sala d’aspetto della stazione di Mondovì. Per l’occasione Trenitalia ha scomodato addirittura una società di consulenza e studi di mercato, giunta da Milano a Mondovì (in auto) con lo scopo di tastare il polso ad una clientela sempre più sfiancata e disillusa. A questa iniziativa – che ha visto Mondovì “polo” informativo piemontese insieme all’altro nodo “caldo” di Avigliana – stanno seguendo una serie di sondaggi telefonici, commissionati sempre dalle Ferrovie a società meneghine di marketing. «Basta treni lumaca che sostano in più di 10-12 stazioni da Mondovì a Torino: vogliamo convogli veloci tra Porta Nuova e la Liguria, che si limitino a 4-5 soste nei centri maggiori», è stato chiesto a gran voce durante l’intervista di gruppo, a diverse coppie di passeggeri contattati in parte casualmente via telefono su 400 nominativi di monregalesi. Tra questi, anche, qualche noto referente del “popolo pendolare” di Mondovì, convocato ad hoc. L’istanza per riavere “Espressi” e “Diretti” non è una novità per la Regione ed è ripresa in queste ore da una interrogazione che il presidente della Commissione Trasporti, Enrico Costa ha inoltrato all’assessore ai Trasporti, William Casoni. «Nel dicembre 2004, con l’introduzione di Memorario sulla Torino-Savona, si è giustamente inteso valorizzare le piccole stazioni e le fermate minori – dice Costa -. Questa politica ha finito per essere applicata a tutto campo, senza tenere conto delle esigenze di chi utilizza le fermate più importanti e lontane della linea, percorrendo quotidianamente distanze prossime ai 100 km. Infatti, la scelta di servire tutte le stazioni ha determinato un allungamento dei tempi di percorrenza, pari anche al 20%, portando i convogli ad affrontare, ad esempio la tratta Mondovì-Torino di 83 km, in 1 ora e 18 minuti, contro i 55 minuti impiegati fino agli anni ‘90. Con l’introduzione del Memorario 2005, occorre dunque temperare le opposte esigenze di centri piccoli e maggiori, organizzando lungo la linea, ma su tratte più brevi, corse regionali e metropolitane, con fermate capillari (anche 10-12) e corse, su tratte interregionali Piemonte-Liguria, con convogli veloci che effettuano soste a Torino Lingotto, Carmagnola, Savigliano, Fossano, Mondovì, Ceva e Savona, alla stregua dei vecchi Espressi e Diretti». Anche il materiale rotabile dovrà essere adeguato a tali esigenze: i nuovi “Minuetti”, elettrotreni simili ai tram metropolitani, non piacciono ai pendolari delle lunghe distanze. «Sono costruiti sulla scocca di un tram – hanno lamentato -, il che può essere utile per chi deve percorrere pochi kilometri, ma non per noi che dobbiamo viaggiarci quotidianamente lungo tratte ben più cospicue». Per la Torino-Savona, il ritorno dei treni “Diretti” o “Espressi” (per usare la vecchia etimologia delle Fs) rappresenta sì un salto al passato ma anche una riqualificazione di una linea che, con il passaggio alla Direzione Trasporto Regionale di Treniatalia e con la introduzione di Memorario è “regredita”, a tratta metropolitana-regionale, pur non presentando caratteristiche tecniche del tutto confacenti ad un simile inquadramento. La linea é infatti una direttrice di valico appenninico con uno sviluppo complessivo di 146 o 153 km, estensibili fino a 257 per i treni che da Torino potrebbero raggiungere Ventimiglia. Il primo passo della “involuzione” era venuto con la soppressione dei treni “Rapidi” o “Intercity” che collegavano Ventimiglia al capoluogo subalpino, negli anni‘90. Motivo: l’allora “De Amicis” percorreva la tratta in quasi 4 ore, più esattamente in 3 ore e 56 minuti, alla modesta media di 65,34 chilometri orari, una delle più basse medie fra quelle sostenute dagli Intercity italiani. Assurdo, secondo gli utenti piemontesi pagare il “supplemento” (con una maggiorazione che andava dal 30 all’80% del costo del biglietto),
per treni che in tanti casi viaggiano al di sotto degli 80 km/h. Così venne chiesta ed ottenuta la trasformazione di quei convogli in “Espressi” (stesse carrozze, stesso locomotore, stesse velocità del “Rapido”, ma niente supplemento). Quel primo “passo indietro” del 1994 determinò tuttavia un progressivo regresso della qualità del servizio sulla direttrice, prima servita da convogli “Interregionali” e quindi definitivamente declassata a tratta “Regionale”, ora destinata a diventare un arteria “metropolitana”. Per William Casoni, la richiesta dei treni “veloci” é già stata presa in considerazione. Conferma l’assessore: «Tra le indicazioni a cui staimo lavorando per il prossimo Memorario c’é quella di 1 o 2 convogli nelle ore di punta che uniscano Torino e Savona con un ridotto numero di fermate, così da non penalizzare i pendolari sulle tratte più lunghe e rispondendo alle segnalazioni dei comitati spontanei che da tempo ci figurano tale esigenza». Trenitalia, dal canto suo, non ha escluso a priori la possibilità di valutare un “ritorno al passato”, a condizione però che sia la Regione a sollecitare il ripristino dei treni “veloci”.

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