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Data di pubblicazione:17/08/2004
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Exilles: in diecimila al tradizionale concerto. Ma i treni...
Testo dell’articolo:Trenitalia è come Paperino. Ci mette tanto impegno, promette e s’impegna, ma alla fine c’è sempre qualcosa che va storto. Il guaio, stavolta, è accaduto con i treni che avrebbero dovuto assicurare i collegamenti straordinari tra Torino e la stazione di Exilles (aperta per l’occasione) per il concerto di Ferragosto, nella suggestiva spianata della Fortezza. Quasi tutti i convogli sono arrivati in ritardo; ieri una donna s’è sentita male ad Avigliana e il treno più affollato, quello partito da Porta Nuova alle 9,20, è arrivato a destinazione, stracarico, a mezzogiorno. Figurarsi la corsa dei musicofili, non tutti giovanissimi, giù dalla stradina per arrivare in tempo davanti all’orchestra, ripresa in diretta dalla Rai allo scoccare delle 12,55. Già sul primo, quello delle 7,25, si era capito che qualcosa non funzionava. Trenitalia potrebbe non aver tenuto conto dell’eccezionale afflusso di pubblico (oltre 10 mila persone) che hanno dato retta, loro malgrado, al virtuoso slogan della giornata: «Lasciate le auto a casa, non riempiamo di smog la vallata, non intasiamo le strade: andiamo in treno». L’andata è stata tutta da dimenticare, dato anche l’errore strategico di potenziare la linea da Bardonecchia. Da lì infatti, pochi si sono mossi per il concerto e i treni sono arrivati praticamente vuoti. Vabbè, lasciamo perdere. Si conta sul ritorno. Tre i treni previsti. Primo, partenza alle 15,30; secondo alle 17,30, l’ultimo alle 19,30. Alle 15, sulla banchina c’erano duemila persone inferocite. Di motrici e carrozze, neanche l’ombra. Quando sono arrivate, con un’ora di ritardo, l’assalto dei viaggiatori ricorda il vecchio West. Convoglio esaurito, i più ragionevoli si lasciano convincere dai poliziotti della Polfer ad aspettare quello delle 17,30. E’ stata dura. Le proteste sono state «elevatissime», gli insulti e le contumelie contro Trenitalia intensi e motivati. «La nostra colpa è di aver creduto alle belle parole degli organizzatori. Tutto il giorno in balìa di orari impazziti, imbarcati come bestie sui pochi vagoni messi a disposizione», commenta Dario Matta. Trenitalia ribatte: «Per l’andata, il problema è legato al fatto che tutti volevano salire sul primo treno. A distanza di 10 minuti è partito anche un treno speciale, come è stato anche annunciato più volte dagli altoparlanti. Ma la gente si è buttata lo stesso sul primo. Un comportamento non razionale causa di ritardi a catena, che hanno fatto interferire il Torino-Bardonecchia con un Tgv. Poi, c’è stato il malore di una donna a Sant’Antonino. In tutto, il ritardo è stato di 82 minuti. Ritardi finiti a pesare anche sul viaggio di ritorno, con il treno previsto in partenza alle 15,40 che ha lasciato la stazione di Exilles soltanto alle 16,07. E anche in quell’occasione, c’è stato un treno speciale poco sfruttato e partito a 10 minuti di distanza».

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