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Data di pubblicazione:10/09/2004
Fonte:La Stampa edizione Torino
Titolo dell’articolo:Restyling da 36 milioni la sfida di Porta Nuova: pubblicato il bando per il progetto esecutivo e l’intervento
Testo dell’articolo:La sfida è ambiziosa: trasformare Porta Nuova, ridisegnandone gli spazi e migliorandone i servizi, senza sacrificare l’identità di una stazione ferroviaria «storica». La terza in Italia dopo quelle di Roma e Milano: forte di 192 mila transiti giornalieri e 70 milioni di frequentatori l’anno. Di più: nelle intenzioni di Grandi Stazioni Spa, una delle tre holding in cui si articolano le Ferrovie dello Stato, quell’identità dovrà essere valorizzata - prima e dopo i Giochi olimpici - facendo leva sugli elementi architettonici e soprattutto sulla centralità dello scalo nel tessuto urbano. A rendere la dimensione della sfida, la portata dell’investimento. Trentasei milioni e rotti di euro: questo l’importo complessivo dell’appalto, finanziato in parte con fondi propri della Grandi Stazioni guidata da Enrico Aliotti, e in parte con capitale di Rete Ferroviaria Italiana. Il bando per la progettazione esecutiva e gli interventi di adeguamento scadrà il 30 settembre.
Fin qui i numeri, che però spiegano solo in parte il senso di una trasformazione con la maiuscola: la terza dopo quelle avviate nel 1940 e nel 1951. Dietro la rinascita di Porta Nuova, incastonata dal 1861 su una superficie di 97.079 metri quadrati nel cuore di Torino, c’è prima di tutto un’idea: potenziare la vocazione tradizionale della cittadella ferroviaria - rendendola un luogo di transito all’altezza dei tempi -, e candidarla ad epicentro di una riqualificazione urbana che non può prescindere dalla principale stazione cittadina, annunciata dal pregevole «merletto» sulla facciata. Come? Attraverso un «restyling» a 360 gradi destinato ad incidere sul concetto stesso di «stazione». Perchè nessuno, nemmeno la società, si nasconde che oggi «il degrado provocato dall’invecchiamento e dallo scadimento delle strutture e degli elementi architettonici hanno determinato un’immagine mediocre degli spazi, offrendo ai viaggiatori un quadro inadeguato di servizi». Ecco, in sintesi, i punti della svolta.
MOBILITÀ INTERNA ED ESTERNA. Il nuovo assetto prevede un asse centrale di distribuzione in corrispondenza della mezzeria dell’atrio sul quale confluiranno i viaggiatori provenienti dalla metropolitana (collegata alla stazione) e verso i treni. Sarà potenziato quello già esistente da via Nizza e via Sacchi. Il lato che si affaccia su quest’ultima verrà destinato agli accessi con tram e taxi, corredati in una seconda fase da un parcheggio interrato di 450 posti. Vetrate trasparenti delimiteranno il porticato finalmente liberato dalle auto. Due gruppi di scale fisse e mobili, più altre circolari, collegheranno il piano terra con un nuovo piano ammezzato («mezzanino») ricavato nell’area tra la galleria centrale e le due laterali.
SERVIZI AI VIAGGIATORI. Qui, più che altrove, si misurerà la funzionalità del nuovo corso: potenziamento delle biglietterie con sistemi automatici; rinnovo degli sportelli tradizionali; spazi di servizio lungo i binari e sul nuovo mezzanino; nuove «isole vetrate» al piano terra per i servizi primari e secondari. Gli uffici ferroviari verranno collocati nell’edificio su via Nizza.
LA PIAZZA. Nella zona centrale della stazione, liberata dai «box» di servizio che si sono sovrapposti nel corso degli anni, si creerà una «piazza» attrezzata con servizi ai viaggiatori e opportunità per il tempo libero.
SICUREZZA. Questione prioritaria, oggetto di un bando specifico. Quella in arrivo è una risposta da 5 milioni di euro: sistema di telecontrollo con TV a circuito chiuso per trasferire informazioni ad una sala regia centralizzata; colonnine attrezzate come punti di richiesta di aiuto nelle zone strategiche; accordi per potenziare, come è avvenuto a Roma Termini, la vigilanza delle forze dell’ordine; eventuale ricorso alla vigilanza privata.
RESTAURO ARCHITETTONICO. Il progetto prevede - d’intesa con la Soprintendenza - opere di ripulitura degli ambienti ripristinando pavimentazioni, vetrate, intonaci e decorazioni oggi malandate. Restauro conservativo ma non solo, in una sintesi armonica di vecchio e nuovo. Il mezzanino, ad esempio, sarà realizzato con strutture metalliche e vetro. Insomma: chi si immagina un semplice «make up» verrà preso in contropiede. Il vocabolario della Porta Nuova in forma riveduta e corretta è pieno di sorprese.

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