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Data di pubblicazione:14/09/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Lo strazio delle famiglie per le donne uccise. Vittime la capotreno che abitava a Caraglio e un’impiegata civile della questura
Testo dell’articolo:CUNEO - «Ho sentito un botto e c’era un gran polverone. Abbiamo preso gli estintori, pensavamo a un incendio. C’erano tanti ragazzi, qualcuno sanguinava. Li abbiamo tirati su». Stefano Grasso abita a pochi metri dal luogo del deragliamento. E’ stato fra i primi a intervenire, con altri abitanti della zona, per aiutare i feriti. Alcuni sono stati portati in ospedale con le auto dei residenti, altri in ambulanza o con i pulmini della Croce rossa. Vani, invece, i tentativi per soccorrere le due vittime, i cui corpi sono rimasti imprigionati fra le lamiere. Anna Maria Matarese, 46 anni, era il capotreno, ieri mattina, sul «4441». Una vita trascora a lavorare in ferrovia, come ricorda Guido Riba, ex capo del personale viaggiante Fs: «Sono stato il suo primo istruttore e ho lavorato con lei dall’80 al ‘95, quando sono andato in pensione. Era una donna sempre allegra, simpatica. Una presenza solare, anche per i viaggiatori. Sabato avevamo organizzato, al dopolavoro, una festa per i pensionati: dei colleghi in servizio, solo lei e pochi altri si sono ricordati di venirci a salutare». Con quei colleghi Anna Maria Matarese ha lavorato per venticinque anni. «E’ sempre stata in Ferrovia, prestando servizio a Cuneo - racconta il marito, Isidoro Vangi, maresciallo del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza -. Era uno dei più anziani. Anche se con gli anni il servizio era diventato più pesante, le piaceva rimanere lì, perché amava stare con la gente». La coppia viveva a Caraglio, in via Momigliano, con i figli Vincenzo, 19 anni, e Thekla, 17. Stasera, in parrocchia, sarà recitato il rosario: per i funerali bisognerà attendere il nullaosta del magistrato. Duilia Logli, invece, abitava a Collegno, con le due figlie. Da alcuni anni lavorava in questura a Cuneo, come addetta all’archivio. «Era sempre puntuale, ogni mattina, nonostante il viaggio lungo. Era precisa e particolarmente attenta nei suoi compiti - ricordano negli uffici di piazza Torino -. Il pomeriggio tornava indietro, dalla sua famiglia. Al mattino doveva svegliarsi alle 4». Nonostante le piacesse il suo incarico a Cuneo, da qualche tempo Duilia Logli aveva presentato domanda di trasferimento, per poter essere «avvicinata» a casa, nel Torinese: una pratica che era stata avviata, ma avrebbe richiesto qualche mese per concretizzarsi. Forse, dunque, con l’inizio del prossimo anno la donna avrebbe smesso di viaggiare sul «treno dei pendolari». Per ricordarla, ieri i colleghi della Questura hanno deposto un mazzo di fiori sulla sua scrivania.





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