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Data di pubblicazione:14/09/2004
Fonte:La Stampa on line
Titolo dell’articolo:INCIDENTE FERROVIARIO ALLE PORTE DI CUNEO. Treno deragliato: linea ripristinata forse giovedì mattina. Aperte quattro inchieste, velocità sotto accusa
Testo dell’articolo:CUNEO. Potrebbe essere ripristinata giovedì mattina la circolazione sulla linea ferroviaria Torino-Cuneo interessata dal deragliamento di ieri, costato la vita a due persone. Il personale di Trenitalia e di Rfi è al lavoro anche per accertare le cause dell’incidente.

L’attenzione è concentrata sullo scambio di località Madonna dell’Olmo che il convoglio, un Taf (Treno ad alta frequentazione) carico di pendolari proveniente da Torino, ha dovuto attraversare per immettersi su un binario parallelo. Una manovra consueta in quel punto della linea, hanno detto alle Ferrovie, ma che il macchinista ha affrontato a una velocità quasi doppia rispetto a quella consigliata: lo stesso macchinista, però, ieri avrebbe detto agli investigatori che il semaforo era verde, e non ha rallentato per questo motivo.


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Terrore e morte sul convoglio dei pendolari, un Taf (treno ad alta frequentazione) sulla linea Torino-Cuneo, pieno di studenti ai primi giorni di scuola, di operai e impiegati in viaggio da casa al posto di lavoro, deragliato poco dopo le 7 di ieri mattina a Madonna dell’Olmo, a pochi chilometri dalla stazione di arrivo.

Il bilancio è di due morti e 34 feriti (di cui solo due ancora in ospedale), su 40 passeggeri totali, ma poteva essere più grave se l’incidente non fosse accaduto in un un tratto dove la linea si infossa in un trincerone, con case e strade al riparo. Il ‘Taf’, tre carrozze a due piani trainate da una motrice, è deragliato per 500 metri, dopo il passaggio a uno
scambio, ha superato ‘ballando’ da destra a sinistra l’ultimo sottopasso prima di schiantarsi sulla massicciata.



«Andava veloce, troppo veloce», dicono adesso alcuni testimoni, passeggeri sul treno e abitanti della frazione attraversata dal Torino-Cuneo. Ma l’alta velocità sarebbe anche la convinzione maturata tra i tecnici - quelli delle Ferrovie e i consulenti della Procura - che oggi hanno fatto lunghi e minuziosi sopralluoghi sui binari devastati. La velocità «anomala» è al centro delle inchieste aperte da magistratura ordinaria, Fs, ministero dei Trasporti e Regione Piemonte. In quel tratto il treno doveva andare ai 60 all’ora, invece oggi sarebbe filato molto più spedito, c’è chi dice addirittura a 100-120.

La motrice impazzita ha finito la sua corsa schiantandosi sulla massicciata di destra, la prima carrozza si è coricata su un lato, quasi capovolta. Nello schianto due donne sono morte sul colpo: Anna Maria Matarese, 46 anni, di Caraglio (Cuneo), capotreno e aiuto macchinista, moglie di un finanziere e madre di due figli, e Duilia Logli, 50 anni, impiegata come archivista alla Questura di Cuneo, ex moglie di uno psichiatra e mamma di due ragazze.

Ferito il macchinista, Pietro Santo Noto, 56 anni, ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza all’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, dove sono stati medicati i feriti.
Tutti dimessi dopo poche ore, tranne un passeggero, che sarà trattenuto fino a domani in osservazione.



Numerose inchieste sono state aperte sull’incidente: oltre a quella della Procura di Cuneo, coordinata dal sostituto procuratore Pier Attilio Stea, ci sono le indagini delle Ferrovie, quelle di Trenitalia e della Rfi, le società del gruppo che gestiscono, rispettivamente, il servizio di trasporto e il materiale rotabile, l’indagine del ministero dei Trasporti
e quella che sarà condotta da una commissione di indagine della Regione Piemonte.

Escluso subito l’attentato o il sabotaggio, gli inquirenti hanno seguito ben presto la pista dell’errore umano o del cattivo funzionamento di uno scambio o di una segnalazione. «Nessuno vuole anticipare i risultati dell’inchiesta - spiega William Casoni, vicepresidente della Regione Piemonte e assessore ai Trasporti - la scatola nera del treno ci dirà a quale velocità il treno è arrivato allo scambio di Madonna dell’Olmo. Certo, il treno è deragliato per 500 metri e un tratto così lungo indicherebbe che la velocità era abbastanza elevata, non indicata per un passaggio di quel tipo».



Si è ipotizzato anche che il macchinista, molto esperto sulla linea Torino-Cuneo, abbia dovuto fare una manovra d’emergenza, dopo avere notato qualcosa di insolito negli scambi. E ci sono anche polemiche, sollevate dai sindacati sul tema della sicurezza, ma anche le testimonianze di chi aveva visto fino a ieri, alla stazione di Cuneo, cartelli che avvisavano di lavori in corso sulla linea interessata dall’incidente.

«Non c’è nessun lavoro in corso sulla Torino-Fossano», è la replica della Rfi e di Casoni, che aggiunge: «Quella linea è stata revisionata di recente, il treno era uno dei più nuovi in circolazione e il macchinista uno dei più esperti».

Una tragedia causata da un errore umano, probabilmente, o dal cattivo funzionamento di un apparato. Il macchinista è stato sentito oggi dagli inquirenti, è ricoverato al terzo piano del ‘Santa Croce e Carle’ assistito dalla moglie e ‘protetto’ dal figlio Carmelo, consigliere al Comune di Cuneo.

Al momento non risulta indagato, ma i familiari hanno già incaricato un avvocato del più noto studio di Cuneo di assisterlo nella vicenda. «Mio padre - dice Carmelo Noto - è sempre stato cosciente, è addolorato per la morte della sua collega e della passeggera. Ha detto tutto agli investigatori, mi spiace ma con altri non parla».



Pietro Santo Noto ha avuto un infarto pochi mesi fa, ma si era ripreso bene ed era tornato al lavoro. Tra qualche mese, comunque, dovrebbe andare in pensione, dopo una vita passata sui treni.

La tragedia ha invece impedito che si avverasse il progetto di Duilia Logli, l’archivista di Cuneo che sedeva nella prima fila della carrozza di testa. «Aveva chiesto di essere trasferita da Cuneo a Torino per stare più vicina a casa raccontano commossi alla Questura di Cuneo - e la sua domanda probabilmente sarebbe stata accolta. Avrebbe così finito di alzarsi tutte le mattine alle 4 per arrivare e prendere due
treni per arrivare alle 8 a Cuneo».



I ferrovieri «sono in lutto», dicono i sindacati di categoria. Sotto accusa la sicurezza: «La linea interessata - sostengono Filt, Fit, Ulitrasporti, Sma-Fast e Ugl, in una nota comune - non dispone delle attrezzature tecnologiche che la possono rendere sicura rispetto ai possibili errori. Continuiamo a sostenere - sottolineano ancora i sindacati - la necessità di accrescere la sicurezza nel trasporto ferroviario, il piano
degli investimenti tecnologici va accelerato».

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