<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:14/09/2004
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:«Pendolari sulla linea che non funziona».
Esistenze consumate in carrozza, tra ritardi e soppressioni
Testo dell’articolo:QUELLI che l’odore del treno - un misto di fumo e di grasso d’ingranaggi - non lo sentono neanche più. Ne hanno respirato troppo e ci vivono dentro come in un vestito. Li riconosci subito: resistono imperterriti, anche in piedi nei corridoi, agli scossoni delle curve più dure e il controllore, quando passa, ormai non gli chiede neppure più il biglietto. Vita da pendolari: un esercito di donne e uomini e ragazzi che salgono in carrozza con ancora, in bocca, il sapore del primo caffè e nel pomeriggio tardi o la sera rientrano nel luogo di partenza, riacchiappando, sovente, sul sedile in finta pelle il sonno strappato al mattino. Macinano mese dopo mese, anno dopo anno, percorsi punteggiati da infinite fermate su «regionali» dalle ossature spesso scricchiolanti. E quando arrivano in stazione, il più delle volte, il loro viaggio si prolunga: autobus, tram per raggiungere l’azienda o la scuola. Così le otto ore di lavoro e le quattro-cinque sui banchi diventano solo la fetta d’una giornata che li tiene fuo- ri casa «da buio a buio», come rac- conta qualcuno spiegando certi giorni d’inverno, incominciati vedendo l’alba dal finestrino d’un treno.
Erano tanti, ieri, su quel Taf diventato un mostruoso origami di ferraglia. Esempi d’una categoria che non conosce divisioni di classi e differenze d’eta: studenti e operai, impiegati, professionisti, dirigenti.

L’ARCHITETTO. Luigi Pulli è funzionario dell’assessorato ai Lavori Pubblici di Cuneo. Era sul 441 del disastro e dice: «Devo la vita a un sesto senso». Quando, come ogni mattina ormai da tre anni, è salito su quel convoglio, s’è seduto nella prima carrozza. Poi ha «provato un moto di disagio» che l’ha spinto ad andare nella successiva. «A un certo punto mi è parso di sentire una sorta di salto e subito dopo le ruote sono affondate nella terra: polvere, grida. Ho irrigidito le gambe contro il sedile davanti. Secondi che non finivano più. Pensavo: “a questo punto, vada come vada”. Poi il treno sì è fermato». Lui ha aperto con difficoltà la porta, «evitando di sfiorare i cavi dell’alta tensione che penzolavano» ed è uscito. Se l’è fatta a piedi sino alla stazione, qui ha preso la bicicletta che lascia ogni sera e ha pedalato sino all’ufficio. «Ho bollato alle 8,14, chissà come mi conteggeranno quei quattordici minuti di ritardo». La sua giornata di pendolare incomincia alle 5. Doccia rapida, un caffè portato alla moglie insegnante che ha la fortuna di lavorare a Torino, poi si fionda in strada. Pullman, stazione Lingotto, treno delle 6,12 con arrivo a Cuneo alle 7,25, corsa in bici, scrivania. La sera, percorso a ritroso: regionale delle 18 che approda a Torino alle 19,15. A casa giusto «in tempo per vedere i bambini e dar loro una mano per i compiti». Due chiacchiere con la moglie? Un po’ di tv? Solo nel fine settimana.

IL FUNZIONARIO. «La mia vita di pendolare? Potrei rispondere: triste e solitaria come il binario della canzone». Beppe Benedetto, responsabile della direzione Industria presso la Giunta, viaggia su e giù tra Cuneo e Torino dal 1° febbraio ‘75. In piedi alle 6, di ritorno alle 21 in un tourbillon di treni e autobus. Chilometro dopo chilometro ha percorso, giura, almeno la distanza tra Terra e Luna. Di questa linea conosce tutto: «Ho visto scivolare, diciamo sotto i miei occhi, il decadimento delle Ferrovie: orari peggiorati, tempi di percorrenza prolungati, fermate aggiunte cedendo alle richieste di campanile di alcuni sindaci. In tanti anni ho imparato ad apprezzare la professionalità del personale viaggiante, l’anello più debole d’un sistema, quello che si becca tutte le nostre nevrastenie».

I MURATORI. Sono sei rumeni e aspettano strappando boccate nervose all’eterna sigaretta nel cortile dell’ospedale. «Facciamo i piastrellisti - racconta per tutti Daniel Moga, 27 anni - nel cantiere del nuovo Auchan sulla strada per Mondovì». Pendolari «sui generis»: arrivano a Cuneo il lunedì e ripartono il sabato. «Un periodo qui, un periodo là, dove il lavoro chiama». Si dividono due alloggi per ognuno dei quali, tra affitto e percentuale d’agenzia, pagano mille euro al mese. Sono uomini che non stanno mai fermi. Come dice qualcuno: quando la sera vanno a letto le loro scarpe si muovono ancora. Daniel, per esempio: abita a Caselle, ogni lunedì parte alle 5,15, raggiunge in treno Porta Susa a Torino poi, a piedi, l’altra stazione della città, quella di Porta Nuova, dove prende il treno per Cuneo. «Il lavoro? dieci-undici ore al giorno». Ieri erano sul Taf deragliato: «Siamo caduti come pere».

GLI STUDENTI. Martina Operti e Federica Ambrogio hanno quindici anni e frequentano il secondo anno di magistrali a Cuneo, Carla Giraudo è iscritta al primo. Vivono a Centallo. In ospedale raccontano il loro viaggio nella paura: «I vagoni hanno avuto un tremito pazzesco, poi sono scivolati fermandosi contro un terrapieno. Alcuni ragazzi hanno rotto un finestrino e ci hanno liberate». Federica e le sue amiche da stamattina saranno costrette, comunque, a riprendere quel fatidico convoglio.

IL GRAND COMMIS. Gianni Carlo Ferrero è l’Avvocato distrettuale dello Stato per Piemonte e Valle d’Aosta: abita nel capoluogo della Granda e, ogni giorno da vent’anni, raggiunge in treno l’ufficio torinese. «Devo confessare che in tutto questo tempo di miglioramenti sulla linea non ne ho visti molti: è normale che occorra un’ora e venti minuti per percorrere 86 chilometri? E, poi, mancano le informazioni sui ritardi o le soppressioni, il personale è poco e non sempre riesce a sopprerire alle carenze con la buona volontà. Anche perchè ha paura». Paura di che cosa? «Tra chi viaggia c’è una maleducazione stupefacente: gente che sporca, attaccabrighe che non pagano il biglietto. Ecco perchè i controllori si defilano. La volta in cui ho ripreso qualcuno che metteva i piedi sui sedili, mi hanno risposto con minacce: ho dovuto telefonare alla Polfer».



Clicca qui per vedere la scansione dell’articolo

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it