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Data di pubblicazione:15/09/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Treno deragliato a Cuneo, indagato il macchinista: vengono contestati i reati di disastro e di omicidio colposo plurimo
Testo dell’articolo:CUNEO - «Ho seguito tutte le procedure, sono certo di aver fatto correttamente il mio lavoro. Quella linea la conosco benissimo, da più di 25 anni. Il semaforo era verde-verde, ve lo giuro. Se non fosse stato così avrei immediatamente fatto scattare l’emergenza. Quando mi sono accorto che il treno stava sobbalzando, dopo lo scambio, e iniziava a piegarsi ho immediatamente tirato la rapida». Pietro Noto, ieri pomeriggio, per un’ora e mezza è stato sentito dal sostituto procuratore, Pier Attilio Stea. Il ferroviere, che lunedì mattina era alla guida del regionale «4441» deragliato alle 7,19 a Madonna dell’Olmo a un chilometro e mezzo dalla stazione di Cuneo (nell’incidente sono morte due persone e i feriti sono stati 33, tutti dimessi), è ufficialmente indagato. Due le ipotesi di reato contestate: disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Il macchinista cuneese, 56 anni, è ricoverato in medicina d’urgenza all’ospedale «Santa Croce». Fa ancora fatica a parlare, per via delle ferite, ma ha raccontato ogni dettaglio di quei terribili istanti. Assistito dagli avvocati Mauro Mantelli (vice sindaco di Cuneo, nominato dalla famiglia) e Gian Mario Parola (legale di istituti mutualistici tra ferrovieri) ha risposto al magistrato. «E’ stato un interrogatorio di garanzia per indirizzare gli accertamenti tecnici - commentano i due difensori -. Il macchinista ha ribadito che i semafori erano verdi e non ha notato anomalie. Nella cabina c’era anche la capotreno. Noto non ha contestato il fatto che stesse andando a velocità sostenuta, anche se entro i limiti del consentito secondo quando previsto da quella segnaletica. Ha seguito tutte le procedure standard. Ora nomineremo periti di parte». Oltre all’inchiesta della magistratura sono altre quattro le indagini: quelle di Trenitalia e Rfi, ministero dei Trasporti e Regione. I tecnici stanno analizzando la scatola nera (tecnicamente la «zona tachimetrica») e i tracciati che custodiscono la sequenza dei segnali sulla linea e i dati sulla velocità del convoglio. Dai primi accertamenti parrebbe che le registrazioni smentiscano la tesi del macchinista. Sul fronte sindacale ieri è stata la giornata delle accuse: «La tragedia, la terza dall’inizio dell’anno, dopo gli incidenti a Stresa e Serravalle si poteva evitare - dicono Cgil, Cisl, Uil - se lungo l’intera linea Torino-Cuneo esistessero tutte le tecnologie di sicurezza, mentre, invece, il sistema di autofrenatura esiste soltanto da Porta Nuova a Trofarello». Oggi i rappresentanti di categoria riuniranno le segreterie e s’incontreranno con il presidente della Provincia, Raffaele Costa. I ferrovieri di tutto il Piemonte lavoreranno con il lutto al braccio per ricordare le due vittime: alle 15, a Caraglio (Cuneo) e Collegno (Torino) si svolgeranno i funerali di Anna Maria Matarese e Duilia Logli, il capotreno e l’impiegata della questura di Cuneo decedute nel deragliamento. «Saranno accertate le cause dell’incidente - questa la posizione dei sindacati -, ma qualunque siano le conclusioni sarebbe da irresponsabili non intervenire sul miglioramento degli standard di sicurezza. Gli incidenti, causati da guasti tecnici o da errori umani, evidenziano la necessità di ricercare ed utilizzare tutte le soluzioni, tecnologiche o normative che impediscano anche l’eventuale errore umano». Cittadinanzattiva, infine, annuncia un esposto alla Procura con un quadro dei più significativi incidenti ferroviari avvenuti in Italia nel 2004.

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