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Data di pubblicazione:15/09/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Intervista: parla il responsabile del collegio ingegneri ferroviari del Piemonte Fulvio Lavina
Testo dell’articolo:«LE ferrovie sono molto più sicure delle strade, anche se non lo sono ancora come potrebbero essere»: lo assicura Bruno Dalla Chiara, preside della sezione Piemonte-Valle d’Aosta del Collegio ingegneri ferroviari e docente del Politecnico di Torino, Dipartimento Itic - area trasporti.

Sulle cause degli ultimi incidenti in Piemonte sarà la magistratura a fare chiarezza. Intanto, professore, possiamo capire se e quanto sono «rischiose» le ferrovie italiane?

«Ripeto, la percentuale di incidenti ferroviari è bassa. E, ad esempio, la metropolitana è più sicura del treno: quella che avrà presto Torino, potrà disporre di un sistema a guida automatica già sperimentato a Lione e che in venti anni non ha mai fatto registrare un incidente».

E il treno può «copiare» la metropolitana?

«No, si tratta di sistemi diversi, ma è chiaro che più automazione giova a più sicurezza».

E in ferrovia a che punto siamo?

«Ci sono già alcuni impianti di sicurezza, anche se non sono per ora applicati su tutte le linee. In sostanza: se il conducente, per una causa qualsiasi, non vede il segnale a bordo binari che lo invita a rallentare in una curva o prima di uno scambio, il sistema se ne accorge e entra in funzione automaticamente facendo scendere la velocità. Si tratta di impianti di basso livello tecnologico, in grado però di garantire un buon standard di sicurezza».

Proprio il non rispetto dei limiti sembra essere stata la causa di alcuni incidenti. In prospettiva, considerato che presto avremo le linee ad alta velocità, su che garanzie possiamo contare?

«La velocità è un aspetto importante: un’auto che affronta una curva a velocità elevata non è detto che esca di strada, mentre ci sono più probabilità che le ruote del treno escano dai binari. Esistono livelli di automazione più elevati, che si stanno già sperimentando in Europa e in Italia su alcune tratte, come la Firenze-Arezzo e Roma-Napoli. Si tratta di sistemi che prescindono dai segnali laterali a bordo binari e che ricorrendo alla tecnologia satellitare e dei telefonini Gsm, sono in grado di conoscere la posizione esatta del treno in ogni momento, anche se viagga a elevate velocità, oltre i 200 km orari, per intenderci. In questo modo possono intervenire, ad esempio riducendo la velocità»

Sono progetti futuribili?

«Direi proprio di no: i treni ad alta velocità non potranno prescindere da questa tecnologia».

Dunque servono più investimenti in tecnologie?

«L’utilizzo di impianti e sistemi moderni permette di ridurre il livello di rischio, anche quando nella cabina c’è un solo conducente».

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