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Data di pubblicazione:15/09/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:«Tragedia evitabile con i sistemi di sicurezza». Autofrenatura solo fino a Trofarello
Testo dell’articolo:CUNEO - Ferrovieri piemontesi con il lutto al braccio, oggi, per ricordare le due vittime del deragliamento del Torino-Cuneo, avvenuto lunedì mattina a Madonna dell’Olmo. Mentre l’inchiesta si concentra sul funzionamento o meno del semaforo di segnalazione dello scambio, i sindacati di categoria puntano il dito contro l’inadeguatezza tecnologica delle linee che attraversano la Granda. «Da tempo chiediamo a Tenitalia di estendere anche alla rete cuneese le innovazioni tecnologiche che permettono di viaggiare sicuri già in altre parti d’Italia - spiega Luca Bosio, della Cisl -. Per esempio, l’attivazione del blocco elettrico automatico a corrente codificata o del Scmt (Sistema controllo marcia treno); si tratta di apparecchiature che permettono il controllo simultaneo dei segnali a terra e l’andatura di marcia dei convogli». «Nel caso in cui il treno tira dritto davanti ad un semaforo rosso - dice Enrico Vesce della Uil - scatta automaticamente il sistema di autofrenatura e il convoglio si arresta. Tali sistemi di sicurezza sono in funzione soltanto fino a Trofarello. Non servono quindi nuove invenzioni tecnologie, ma semplicemente l’applicazione di quelle già esistenti». Un altro tema di discussione polemica è il mancato impiego di due macchinisti sul «4441» deragliato alla periferia di Cuneo. «Alla base di tutto c’è l’interpretazione restrittiva che l’azienda fa di una parte del contratto nazionale - dice Raffaele Iovine, della Cgil -. Attualmente due macchinisti vengono garantiti soltanto sui convogli che partono dopo la mezzanotte e fino alle 5 del mattino. Il “4441” era partito da Cuneo alle 4,30; quindi, con due macchinisti. Al ritorno, però, avendo superato la fascia oraria, uno era sceso a Fossano per prendere servizio su un altro treno. Sarebbe più logico che la presenza dei due operatori venisse garantita sui treni della fascia oraria 0-5 fino al termine della corsa». «La sicurezza dei passeggeri e del personale viaggiante deve venire prima di tutto - dice Livio Gianti, macchinista -. Su questo fronte l’impiego della tecnologia resta fondamentale, come dimostrano altre esperienze adottate a livello europeo». «Anche l’organico lascia a desiderare - dice Pasquale Vitagliano, del sindacato autonomo Orsa -. In provincia di Cuneo i macchinisti sono 95 a fronte di una pianta organica che ne prevede 124. Il prossimo dicembre sono, inoltre, annunciati altri 14 pensionamenti. Non dimentichiamo che per formare un macchinista servono almeno tre anni di formazione. Nonostante le promesse non si intravedono soluzioni».

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