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Data di pubblicazione:15/09/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:La verità sullo schianto è nella «scatola nera». Il macchinista indagato per «disastro colposo» e «omicidio plurimo» ha ribadito al magistrato che i semafori lo autorizzavano a non limitare la velocità. Le registrazioni e i tabulati smentirebbero questa tesi
Testo dell’articolo:CUNEO - La scatola nera del regionale «4441» custodisce uno dei tasselli della verità sulle cause del deragliamento del treno, lunedì mattina sulla Torino-Cuneo, a Madonna dell’Olmo. La «zona tachimetrica» ha registrato tutto quanto è accaduto nei minuti immediatamente precedenti al deragliamento, avvenuto alle 7,19. Il bilancio è stato di due vittime e 33 feriti. Analizzando il «rotolo» che su ogni convoglio «capta» e segna costantemente le diverse variabili a partire dalla velocità, i periti e la Polfer troveranno riscontro e risposte ad alcuni dei quesiti delle cinque inchieste aperte da magistratura, Trenitalia, Rfi, Ministero e Regione. La velocità è ritenuta la causa principale del deragliamento: il «Taf» (treno ad alta frequentazione), secondo l’ipotesi che pare profilarsi come prevalente, non avrebbe dovuto affrontare gli scambi a 120 chilometri l’ora. Determinante sarà ricostruire la sequenza dei colori del semaforo, che - a 2000 metri e in successione a 1200 metri dal bivio - doveva indicare l’attivazione degli scambi e, quindi, obbligare il convoglio a rallentare. Invece la corsa del «4441» si è conclusa contro la massicciata, dopo il disperato tentativo del macchinista di frenare. Pietro Noto, ancora ricoverato al «Santa Croce» di Cuneo, è da ieri ufficialmente indagato. Gli vengono contestati i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Il sostituto procuratore del tribunale di Cuneo, Pier Attilio Stea, ieri, ha sentito il ferroviere, alla presenza di due legali e ha incontrato investigatori (gli accertamenti sono affidati alla Polfer di Torino) che stanno raccogliendo le varie informazioni e testimonianze sull’incidente. Se la scatola nera sulla motrice darà indicazioni riguardo alla velocità, altri chiarimenti giungeranno anche dalle registrazioni delle apparecchiature in stazione e dai dati dei segnali lungo la linea. Il macchinista è sicuro: «Il semaforo indicava il doppio verde - ha ribadito al magistrato -, altrimenti avrei rallentato». I primi esami dei tecnici, però, smentirebbero la sua tesi. L’intera indagine richiederà mesi. Sul tratto Fs a Madonna dell’Olmo, ieri sono proseguiti gli interventi di messa in sicurezza e ripristino di pali e tralicci. Una parte del treno è stata rimossa, in vista della ripresa della circolazione. Oggi si svolgeranno i funerali delle due vittime, Duilia Logli, 50 anni, impiegata in Questura a Cuneo, e Anna Maria Matarese, 46 anni, capotreno (abitava a Caraglio). Le cerimonie funebri sono previste entrambe alle 15, a Collegno (Torino) e nella parrocchiale di Caraglio. Per ricordare le due donne i ferrovieri viaggeranno con il lutto al braccio; i colleghi di Duilia hanno deposto un mazzo di fiori sulla sua scrivania, nell’archivio della Questura di Cuneo. La cinquantenne di Collegno era solita fare il viaggio con altri pendolari: fra loro anche Marisa Pandolfi, una braidese impiegata al Comando dei vigili del fuoco nel capoluogo. La donna, per prima, ha dato l’allarme del deragliamento: ha avvisato con il cellulare il «115». «Eravamo seduti a metà della carrozza di testa, al secondo piano del convoglio - ha raccontato la donna -; Duilia non c’era. Pensavamo avesse già iniziato le ferie, come ci aveva annunciato. Soltanto più tardi abbiamo saputo che si era seduta in un’altra parte del treno. Poi ci hanno comunicato la tragica notizia. Continuerò a viaggiare in treno, come faccio ogni giorno, partendo da Cavallermaggiore, ma non salirò più sulla prima carrozza». La sicurezza del treno partito da Porta Nuova alle 6,05, come di tutto il servizio ferroviario piemontese, sarà al centro del vertice che i sindacati hanno chiesto all’assessore regionale ai Trasporti, William Casoni.

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