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Data di pubblicazione:24/09/2004
Fonte:Unione Monregalese
Titolo dell’articolo:Treni: ci vuole più tecnologia
Testo dell’articolo:L’incidente ferroviario di Madonna dell’Olmo, che l’altro lunedì ha provocato la morte di due persone e il ferimento di diversi pendolari, ha costretto le istituzioni a misurarsi su tematiche che da tempo vengono messe sul tappeto dal sindacato: la sicurezza delle linee ferroviarie e soprattutto dei treni, la necessità che tutte le tratte vengano dotate degli strumenti tecnologicamente più avanzati, in grado di fronteggiare anche gli errori umani. Sarà la volta buona? Ne abbiamo parlato con il fossanese Luca Bosio, segretario provinciale della Federazione Trasporti della Cisl.
Nei giorni scorsi vi siete incontrati con il presidente della Provincia, Raffaele Costa: sono emersi impegni importanti?
«Il presidente Costa ha voluto incontrare le parti (Ferrovie e sindacati) in separata sede, per cercare di capire cosa sta succedendo. Si è impegnato a convocare al più presto un tavolo in cui saranno presenti la Regione, le organizzazioni sindacali, l’azienda che gestisce il materiale rotabile (Trenitalia) e quella che gestisce le infrastrutture ferroviarie».

Voi cosa chiedete?
«Noi ci teniamo innanzitutto a dire chiaramente una cosa: il trasporto ferroviario è sostanzialmente sicuro. C’è però un problema. Con la ristrutturazione dell’azienda e la riduzione del personale si è passati dalla presenza di due macchinisti alla presenza di un solo macchinista. Ma non si è provveduto a sopperire il secondo macchinista con una strumentazione adeguata. Oggi ci sono dei meccanismi automatici (già installati fino a Trofarello) che captano i segnali ferroviari e agiscono di conseguenza anche in assenza di un intervento umano. Se questo meccanismo fosse stato inserito sulla linea Fossano-Cuneo, questo incidente non si sarebbe verificato. Perché il treno sarebbe andato in “autofrenatura”. Del resto il macchinista può prendere un malore, svenire: quando si era in due interveniva il secondo macchinista. In assenza di questo, si deve sopperire con la tecnologia. Certi meccanismi trent’anni fa non esistevano, ma oggi ci sono; non ha senso non applicarli. Si tratta di installare il Blocco elettrico automatico, anche detto “Sistema di controllo marcia treno” che consente di avere una sicurezza assoluta, come in tutti gli altri paesi europei».

Questa è una richiesta che fate da tempo...
«Certo. Avevamo già fatto questa richiesta un anno e mezzo fa, quando c’era stato l’incidente nella galleria di Breil, che anche allora aveva provocato due vittime e tanti feriti. In quell’occasione chiedemmo anche l’attivazione dei collegamenti terra-treno pure in galleria. Oggi, nelle gallerie del Cuneese, quando il macchinista è nel tunnel, non può parlare con nessuno a terra; è isolato. Se succede un incidente, non può avvisare nessuno. E dire che basterebbe un piccolo cavo di fibre ottiche per collegare le gallerie con l’esterno».

Quindi tecnologicamente le nostre ferrovie sono arretrate.
«Nella nostra zona siamo indietro di trent’anni. In altre parti l’ammodernamento è già stato fatto, ma le nostre linee alle Ferrovie non interessano, quindi ci mettono in coda. Per assurdo, sulle grandi linee dove sono state installate le nuove tecnologie, c’è anche il doppio macchinista. Qui, in periferia, ci lasciano nell’arretratezza».

Avete l’impressione che le istituzioni abbiano preso sul serio il problema, che queste due morti servano almeno a far muovere qualcosa?
«Sì, qualcosa si dovrebbe muovere. Bisogna far tesoro di questa grave tragedia per far sì che si mettano in atto tutti i correttivi perché si viaggi nella massima sicurezza».

Voi non fate più la battaglia per riavere il secondo macchinista?
«No, perché non regge: tutta Europa viaggia con un solo macchinista, ma in tutta Europa i treni hanno questo dispositivo che si sostituisce al macchinista in caso di malore o anche di errore umano».

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