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Data di pubblicazione:26/09/2004
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Mantini (An): «Non toccate la fermata di Trofarello»
Testo dell’articolo:«No alla soppressione della fermata di Trofarello sulla linea ferroviaria Torino-Savona, pensata da Trenitalia nelle nuove ipotesi di orario ferroviario», questo il nodo su cui Anna Mantini, consigliere provinciale di An, sollecita l’onorevole Raffaele Costa, presidente della Provincia, ad una soluzione, mediante interrogazione. «È una delle tratte più utilizzate dai pendolari della Granda - commenta Anna Mantini -. Una fermata strategica per molti lavoratori che ogni giorno si recano nella zona industriale di Moncalieri». Le tipologie più ricorrenti nelle nuove forme di lavoro sono flessibilità e mobilità. Tipologie che spesso si accompagnano a radicali cambiamenti nell’ambito delle abitudini personali e familiari dei soggetti coinvolti, tra cui spicca il problema dello spostamento per raggiungere il posto di lavoro. Nella maggior parte dei casi viene risolto con l’utilizzo dei treni. «Ritengo che una decisione di questo tipo - continua Mantini - porterebbe un grave danno e molti disagi ai lavoratori che utilizzano questa linea». «Infatti - si legge nell’interrogazione - la stazione di Trofarello è limitrofa alla zona industriale di Sandò Vado, dove sorgono numerose grandi aziende e dove stanno per essere aperti nuovi centri commerciali e di divertimento. Questa stazione, pertanto, rappresenta la fermata più funzionale per i dipendenti che lavorano nell’area e provengono da Ceva, Mondovì, Fossano e Savigliano». Non altrettanto si può dire della stazione del Lingotto, che diventerebbe l’alternativa nel caso venisse eliminata Trofarello: i tempi di spostamento per raggiungere la zona di Moncalieri sono molto lunghi e i disagi per i pendolari, già gravati dall’obbligatorietà del trasferimento giornaliero, aumenterebbero in modo esponenziale. «Si parla tanto di conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita - dice Anna Mantini - per agevolare i lavoratori, si pensa continuamente ad incrementare servizi alle famiglie e poi si toglie ciò che abbiamo».

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