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Data di pubblicazione:24/11/2004
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Treni, pendolari inascoltati. Ancora proteste per la disastrata linea Acqui-Genova
Testo dell’articolo:Acqui Terme - «La situazione sta diventando insostenibile. Il tempo di percorrenza è da preistoria: un'ora e mezza, a volte un'ora e 40 minuti per una sessantina di chilometri. E il ritardo è ormai un problema cronico». La dichiarazione è di Alfio Zorzan, presidente dell'Associazione Pendolari dell'Acquese, in prima linea nel denunciare i disagi subiti dai passeggeri della tratta che collega la città termale al capoluogo ligure. I rallentamenti, secondo Zorzan, si verificherebbero soprattutto in prossimità di Genova.
«Molto spesso da Brignole a Principe il treno accumula un ritardo di dieci minuti - racconta Sonia Barillari, che utilizza la linea abitualmente - difficile capire come sia possibile, in un tratto così breve». Al problema del nodo genovese Zorzan aggiunge l'esigenza di razionalizzare gli incroci, essenziale su una linea a binario unico: «Lo segnaliamo da anni: il treno che parte alle 7,03 da Acqui si ferma alla stazione di Prasco-Cremolino, in attesa del convoglio proveniente da Genova. Talvolta la sosta si protrae per quindici, anche venti minuti. A quel punto arrivare in orario è impossibile».
Così il viaggio si trasforma in odissea, per chi deve timbrare il cartellino: «In una settimana bersagliata da ritardi clamorosi, un amico è riuscito ad accumulare otto ore di assenza, che ha poi dovuto recuperare e ha perso un giorno di lavoro su cinque, grazie alle ferrovie». A raccontare la sgradevole esperienza è l'acquese Marco Delli Noci, che sottolinea come possa risultare particolarmente pesante per i passeggeri anche la soppressione di un treno in orario di punta e senza alcun preavviso.
«Un caso esemplare non molti giorni fa: arrivati alla stazione di Brignole ci è stata comunicata la soppressione del treno delle 16.58 - racconta Gianni Rapetti, che da anni viaggia sulla linea - è stato però prontamente istituito un servizio cosiddetto "sostitutivo", ma che in realtà coincideva con il treno successivo, in partenza alle 17,34». Un convoglio al limite della capienza, secondo Zorzan, che ha condiviso la medesima esperienza: «Persone pigiate anche nei vestiboli fino a Campo Ligure, in condizioni di sicurezza alquanto dubbie». A completare il quadro forti disagi durante il viaggio. «Nella stessa vettura troviamo scompartimenti gelidi e zone caldissime - lamenta ancora Gianni Rapetti - e il problema si ripropone rovesciato durante la stagione estiva». Anche l'igiene lascia molto a desiderare, tra servizi talvolta impraticabili e rifiuti abbandonati negli scompartimenti. «In estate salendo ad Acqui ci siamo accorti che qualcuno aveva persino dormito sul treno. Le carrozze interessate erano in condizioni pietose» racconta Nadia Giuso, pendolare sulla medesima linea.
Le proteste sono quotidiane, le rimostranze costanti da parte dei passeggeri. «Ma l'Ufficio Accoglienza della stazione di Genova Principe è poco "accogliente" - sottolinea ancora Rapetti - anche di fronte ad evidenti disservizi, alla nostra richiesta di spiegazioni siamo stati trattati in modo arrogante». La recente costituzione di un'Associazione sul modello di quella operante a Novi, dovrebbe garantire ai viaggiatori maggiore incisività. «Non intendiamo solo protestare. Proponiamo soluzioni concrete, e offriamo collaborazione - conclude Zorzan - Finora però non abbiamo avuto alcun riscontro». Nell'ultimo mese l'Associazione ha inviato quattro segnalazioni a Trenitalia, evidenziando gravi disservizi. E attende tutt'ora una risposta.

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