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Data di pubblicazione: | 30/11/2004 | |
Fonte: | La Stampa on line | |
Titolo dell’articolo: | Pendolari Torino-Milano: chiedono un «bonus» per i disservizi dei treni | |
Testo dell’articolo: | TORINO. Chiedono un «bonus», cioè un risarcimento per i disservizi ferroviari di cui fanno le spese con cadenza quasi quotidiana, e non hanno intenzione di sentirsi dire di no.
L’ultima battaglia delle migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano sulla linea Torino-Milano questa volta vede come controparte non tanto Trenitalia quanto la Regione Piemonte, tempestata dalle richieste che da qualche giorno raggiungono via mail o via fax gli uffici dell’assessorato ai Trasporti. Obiettivo: convincere l’ente a destinare parte delle penali versate dalle Ferrovie tutte le volte che non rispettano gli standard prefissati per risarcire gli utenti. Come? L’idea è quella di uno sconto sull’abbonamento, se non un vero e proprio rimborso. «Basta promesse, è tempo di passare ai fatti - spiega Cesare Carbonari, leader del Comitato spontaneo dei pendolari -. Visto che per noi i continui sforamenti di orario rappresentano non solo un disagio ma anche un danno economico, obbligandoci a timbrare il cartellino in ritardo, riteniamo legittima una contropartita. I moduli per la richiesta del bonus, da compilare ed inviare alla Regione, sono già in corso di distribuzione fra i pendolari piemontesi». Mentre oggi la Regione utilizza le penali versate da Trenitalia - solo nel 2003 hanno raggiunto la cifra di 3 milioni 613 mila euro - per acquistare nuovi treni o ammodernare quelli in servizio. Il modello di riferimento è la vicina Lombardia, che non solo prevede il «bonus» ma ha già deciso di raddoppiarlo. Si tratta infatti della prima regione a varare un risarcimento per i pendolari qualora venga superato un apposito indice di affidabilità calcolato mensilmente sulla base dei ritardi e della soppressione dei treni. Altre, come la Liguria e il Veneto, ci stanno pensando. E il Piemonte? Per il momento risponde picche, anche se il dibattito - ormai approdato in Consiglio regionale - potrebbe concludersi con esito positivo. Contrario l’assessore ai Trasporti William Casoni, che preferisce continuare ad utilizzare questi proventi per acquistare nuovi treni e migliorare quelli già operativi. «Tutto sta ad intenderci su quel che vogliamo - ribadisce -. Se il traguardo è rendere più efficiente il trasporto ferroviario, come i pendolari chiedono da tempo, allora non dobbiamo disperdere le risorse ma investirle dove serve. Nel 2005 potremo contare su 40 treni nuovi di zecca, cofinanziati dalla Regione anche grazie a questi introiti. Non mi pare un risultato da poco». Resta il fatto che la Lombardia ha deciso di puntare sul «bonus»... «Infatti loro non potranno contare su nuovi treni - replica l’assessore -. Già oggi le regioni confinanti dispongono di un parco-mezzi inferiore al nostro. Per questo non sono d’accordo sul risarcimento: la mia posizione è il frutto di una scelta motivata». Il che non basta a convincere il fronte dei pendolari, ormai compatto, deciso a portare avanti la sua battaglia dentro e fuori il Consiglio regionale. «La Regione continua a sostenere di voler rinnovare il parco rotabile ma dall’esperienza quotidiana a noi questo non risulta - replica Carbonari a nome dei compagni di viaggio -. Anzi, oggi possiamo dire che la Torino-Milano è abbandonata a sè stessa: basta dire che negli ultimi anni hanno tolto due carrozze ad ogni convoglio interregionale. Se questo si chiama investire...». Nota: il nostro comitato non ha ancora aderito a questa richiesta di massa per l’introduzione di un bonus in attesa di valutarne gli effetti positivi e negativi sulla qualità del servizio ferroviario. | |
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