<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:07/12/2004
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Le Ferrovie scaricano Sanremo. Dopo la bocciatura dei passeggeri appare sempre più segnato il destino dello scalo di corso Cavallotti
Testo dell’articolo:Sanremo. «La nuova stazione di Sanremo? È stata concepita così, più di venti anni fa, e cambiarla certo non si può. Magari migliorarla...».
Quella che arriva dall’Ufficio relazioni esterne delle Ferrovie non è certo una risposta incoraggiante sul futuro dello scalo sotterraneo sanremese, sempre più criticato e disertato da residenti e turisti per le troppe scomodità e inefficienze; e forse condannato a diventare subalterno a quello ben più accogliente di Taggia-Arma, che già lo ha sorpassato nel movimento passeggeri, come evidenziato dall’inchiesta del Secolo XIX, nonostante sia costato 31 milioni di euro.
Intanto, già individuare le competenze e quindi l’interlocutore sulla stazione nell’arcipelago delle società del gruppo Fs è tutt’altro che semplice. Una parte del complesso di corso Cavallotti, in particolare la sala-regìa con i monitor collegati alle telecamere e gli addetti, fa infatti ancora capo a Rfi (Rete ferroviaria italiana); del movimento passeggeri (e quindi anche della biglietteria) è responsabile Trenitalia, mentre la manutenzione e valorizzazione (!) dello scalo compete a Centostazioni. Quest’ultima non ha però a che fare con la questione dell’incompiuto e inutilizzato parcheggio da oltre 300 posti auto sotto il piazzale, che appartiene a Metropark: la quale, a sua volta, manifesta un assoluto disinteresse per l’autosilo, tanto che ha proposto al Comune di comprarselo e completarlo a proprie spese: un’operazione che verrebbe a costare, per le casse di Palazzo Bellevue, oltre 5 milioni di euro.
Alla fine, insomma, sono ben quattro le società che a diverso titolo dovrebbero mettere mano alle tante “magagne” della stazione sanremese, ma che paiono invece assai sfuggenti sui problemi: come se quella dello scalo della città dei fiori fosse una storia ormai immodificabile, una questione su cui è inutile affannarsi più di tanto.
Dall’Ufficio stampa di Centostazioni una risposta comunque arriva. Ed è questa: «Gestiamo 103 stazioni di media grandezza in tutt’Italia, e abbiamo varato un piano di interventi di riqualificazione cominciando da quelle più vecchie. La stazione di Sanremo è nuova, anche se sappiamo che ha delle carenze: al momento non è ancora stato avviato alcun progetto, ma arriverà il suo turno...».
Torniamo all’Ufficio relazioni esterne delle Ferrovie: «Quella di Sanremo è una stazione complicata, certo non è il massimo della comodità. Ma è una struttura cui è stata dedicata molta attenzione sotto il profilo della sicurezza, con cinquanta telecamere e una sala di controllo che la sorvegliano giorno e notte».
Al di fuori delle dichiarazioni ufficiali, emerge una contraddizione di fondo: la stazione di Sanremo è stata concepita come una fermata sotterranea inserita nella nuova linea a monte, e poi portata avanti (tra mille difficoltà) e completata (alla meglio) perché da un punto di vista “politico” e d’immagine era impensabile che la città dei fiori ne rimanesse sprovvista. Ma non è una vera stazione, a differenza di quella di Taggia, che pare a destinata a diventare il punto di riferimento per il comprensorio.

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it