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Data di pubblicazione:18/12/2004
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Si fa strada l’ipotesi di ricorrere al giudice europeo di Berlino: «Ci sono tante violazioni al codice civile e penale»
Testo dell’articolo:di Giancarlo Ferrero *
Gli ultimi esili frammenti di sopportazione e di ingiustificata speranza sono caduti l’altra sera, 16 dicembre per i numerosi pendolari della disgraziata linea Torino-Cuneo. È gente ormai temprata a tutto, dal freddo penetrante e paralizzante delle carrozze, alla ressa in piedi, alle porte che non si aprono, alla toilette inagibile, allo sporco delle vetture, ai ritardi, alla mancanza di informazioni. Ciononostante non ha avuto forza sufficiente per resistere ad un treno che alle 19,35 doveva portare a Cuneo il carico di lavoratori e studenti, ma che non si decideva, per oscure ragioni, a lasciare la Stazione torinese di Porta Nuova. Alla fine l’indignazione popolare ha prevalso sul prudente silenzio delle Ferrovie. L’arrivo a Cuneo dopo due ore e mezza.
Nessuno è più disposto a credere a Trenitalia, nessuno crede più che vi siano degli irraggiungibili responsabili, in molti incominciamo a pensare che il famoso giudice di Berlino che dovrebbe fare applicare la legge, sia civile (è pacificamente violato il contratto di trasporto di persone) che penale (sono violate le norme di sicurezza) sia l’unica strada percorribile.
Dato il periodo molti natalizio pensano che il vero dono sarebbe una nuova categoria di dirigenti delle Ferrovie, reponsabili, capaci e gentili e tre o quattro trenini veloci, puntuali, puliti e perfino caldi.

* Avvocato Distrettuale dello Stato

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