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Data di pubblicazione:21/12/2004
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Traffico ferroviario bloccato sulla Torino-Milano. Esplode la rabbia dei passeggeri: «Nessuno ha spiegato cos’è successo sulla linea»
Testo dell’articolo:Si faceva prima in bicicletta. Ieri Trenitalia ha vissuto una autentica Waterloo sulla tratta Torino-Milano. Per percorrere quei 130 chilometri che, per i quali occorrono in condizioni normali fra l’ora e venti degli Eurostar e le due ore degli Intercity, sono occorse anche sette-otto ore. Un ciclista della domenica avrebbe impiegato molto meno. All’origine dello stop, la morte di un uomo che si è tolto la vita gettandosi sotto il treno: alle 15.45 l'Interregionale 2018 proveniente da Milano lo ha travolto in prossimità di un passaggio a livello tra Magenta e Vittuone. Immediato il fermo del traffico fra le due stazioni in attesa dei riscontri da parte della magistratura e della Polfer: per consentire il trasbordo dei passeggeri del treno, e di quelli in arrivo da Milano, Trenitalia ha istituito un servizio-navetta di venti pullman (comunque insufficienti) nel tratto interrotto. Con tutto, numerosi convogli non si sono nemmeno mossi dalla stazione Centrale - saturata dai passeggeri in attesa della partenza -, o lo hanno fatto con pesantissimi ritardi. Numerose le proteste di chi ha accusato la disorganizzazione delle Ferrovie. «E’ stata una Cayenna - lamenta tra gli altri Evelina Christillin, vicepresidente vicario del Comitato olimpico 2006 - partita con oltre due ore di ritardo da Milano sull’Eurocity diretto a Parigi per poi ritrovarsi bloccata a Magenta -: non un annuncio preciso circa le cause dell’interruzione, non un bicchier d’acqua o qualche genere di ristoro per i passeggeri in piedi e accalcati, bambini compresi. Di rimborso del biglietto manco a parlarne, ci hanno risposto che si tratta di un ritardo dovuto a cause esterne rispetto alle Ferrovie». Da parte sua, l’azienda ha replicato alle contestazioni di molti passeggeri sostenendo di essere stata presa in contropiede tanto quanto loro: impossibile riattivare la linea prima di aver ottenuto tutte le autorizzazioni del caso da parte dell’autorità giudiziaria. Disagi e rallentamenti si sono susseguiti fino a notte fonda: alle 18,30 le Ferrovie hanno potuto utilizzare uno dei due binari, quello verso Milano (con i treni costretti ad alternarsi); verso le 19,15 è finalmente scattato il semaforo verde anche per il secondo. Ma a mezzanotte c’erano ancora treni che viaggiavano con 4 ore di ritardo oppure con ritardo «indefinito».

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