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Data di pubblicazione:05/01/2005
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Sciopero di lunedì: le opinioni dei macchinisti
Testo dell’articolo:NOVARA - «Ogni giorno nel territorio di Novara mancano trenta macchinisti, eppure i treni vanno lo stesso, grazie all’abnegazione dei ferrovieri, ma non si può continuare a fare i miracoli, per questo lunedì prossimo ci fermiamo tutti». Francesco Reale è uno dei macchinisti che ieri hanno partecipato all’assemblea sindacale nel dopolavoro ferroviario. Assemblea organizzata da tutte le sigle sindacali del comparto, conclusa con la dichiarazione di sciopero per lunedì prossimo: nel territorio di Novara e del Verbano Cusio Ossola, così come in tutto il Piemonte, i treni non circoleranno dalle 9 alle 17, mentre il personale non viaggiante, quello impegnato nelle stazioni, sciopererà per l’intera giornata. «Vogliamo fare capire - dicono i sindacalisti Daria Degrate e Antonio Santoro - che la manifestazione non è contro le ferrovie, ma è per migliorare il servizio, perchè i pendolari hanno ragione a lamentarsi dei disservizi, ma devono sapere perchè questo accade». «Abbiamo un parco materiali che è vecchio - sottolinea Fausto Anguilla - ma soprattutto in questi anni le Ferrovie hanno continuamente diminuito l’organico. Questo elemento ha avuto gravi conseguenze in particolare sul trasporto regionale, quello che interessa i pendolari, effettivamente penalizzati, ma devono sapere che i ferrovieri lavorano ormai in condizioni impossibili». Ieri mattina, in assemblea, alcuni ferrovieri novaresi hanno denunciato una situazione ormai esplosiva: «Mancano un centinaio di addetti in provincia, gli orari di lavoro si sono allungati paurosamente, e dobbiamo fare viaggiare anche convogli che dovrebbero invece essere sostituiti. Anche noi - dicono i ferrovieri - come i pendolari, non abbiamo più pazienza perchè le promesse della dirigenza per il miglioramento della qualità dei treni non sono state mai mantenute». Nel nodo di Novara la situazione è ancora peggiore rispetto al resto della regione: «Questa dovrebbe essere, proprio per la sua collocazione strategica tra Piemonte e Lombardia - dice la sindacalista Claudia Vergesi - una provincia a cui le Ferrovie dovrebbero prestare particolare attenzione, invece accade il contrario». Dal dodici dicembre, data dell’entrata in vigore del passante ferroviario di Milano, da Novara parte per Milano un treno ogni trenta minuti, ma i ritardi si sono moltiplicati: «È logico - dice Reale - perchè a Milano Certosa arrivano tutte le linee dal Piemonte e dalle province di Varese e Pavia: i treni si sono moltiplicati, ma i binari sono rimasti due, e basta il ritardo di un solo treno per avere conseguenze a cascata su tutti gli altri». I ritardi hanno provocato non solo le proteste, ma anche episodi di intolleranza da parte dei pendolari verso il personale viaggiante: sulla Novara-Torino un capotreno è stato aggredito da alcuni passeggeri infuriati per i disagi.

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