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Data di pubblicazione:12/01/2005
Fonte:Libero
Titolo dell’articolo:Pendolari furiosi sui binari, Nord in tilt
Testo dell’articolo:MILANO - Fino a pochi mesi fa, sui media di tutta Italia rimbalzava ininterrottamente un tormentone: «Trenitalia: Libertà di viaggiare» . L’ammiccante slogan deve essere suonato alquanto stonato ai pendolari che ieri mattina hanno invaso i binari nei pressi della stazione di Vittuone, sobborgo alle porte di Milano. Una sommossa in piena regola che ha coinvolto centinaia di viaggiatori, esasperati da una situazione da quarto mondo che perdura da troppo tempo. Sono da poco passate le 8, e al binario 2 una discreta folla aspetta come tutte le mattine il carrozzone proveniente da Novara. Così l’altoparlante: «È in arrivo il convoglio diretto a Milano» . Il treno, in ritardo come tutte le mattine, arriva in stazione, si ferma e spalanca le porte. Sorpresa: per i pendolari di Vittuone non c?è posto. La scatolone di metallo è stipato all’inverosimile, chi vuole raggiungere il capoluogo lombardo si deve arrangiare. È il delirio. Gli “esclusi” decidono di occupare le rotaie al grido di «Se non possiamo salire, il treno resta qui». Inizialmente sono una decina, poi due, dopo pochi minuti non si contano più.






Dai vagoni alle rotaie, gli acciacchi delle ferrovie

ROMA - Ventotto anni di età media dei treni. Investimenti massicci, ma tutti dirottati sull’alta velocità. E la puntualità dei treni, rispetto a otto anni fa, è peggiorata. Bilanci e statistiche alla mano, è questa la fotografia dello stato di salute della nostra rete ferroviaria. Una gigantesca macchina che costa milioni di euro, ma che, nonostante gli sforzi di modernizzazione, continua a fare acqua. La prova è quello che si è visto in questi giorni: venerdì l’incidente a Crevalcore, ieri la protesta dei pendolari, esasperati dai treni sovraffollati, soppressi o in ritardo. Un flash sulle infrastrutture. Nel 1935 la rete ferroviaria era di 17.075 km. Nel 1949, con il boom della ricostruzione, i chilometri sfioravano i 16.300. Oggi, 2005, siamo a quota 16.200. Ottocentosettantacinque chilometri in meno rispetto agli anni Trenta. E non è solo un problema di quantità. Il 60,8% delle linee ( 9.720 km) è ancora a un binario. Il tipo più vecchio, lo stesso che c’era a Crevalcore. Le linee cosiddette a blocco automatico, quelle che prevedono un sistema di sicurezza più moderno, basato non solo sul controllo umano, sono il 34,2% (5.459). Cioè solo un terzo del totale. Il ritardo sulla rete ferroviaria, antiquata e insufficiente rispetto alla domanda, non è, però, l’unico problema. L’altro grande buco nero si chiama “materiale rotabile”. Cioè i treni che viaggiano sui binari. Al momento, i dati sono di Trenitalia, si contano 64.112 mezzi: 3.444 locomotori, 58.449 tra vagoni e carri merci, 2.219 tra Etr (103), Taf (88) e mezzi leggeri (2.028). Un bel parco macchine. Ma quanto moderno? Nel ‘91 l’età media dei mezzi che circolavano sui binari era di 26 anni. (...)






Le Ferrovie italiane di MATTIA FELTRINO

«Noi in Europa siamo quelli che investono di più». Occhio ai passaggi a livello.

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