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Data di pubblicazione:16/01/2005
Fonte:La Padania
Titolo dell’articolo:Treno, un’ora e mezza per una trentina di km
Testo dell’articolo:Oggi cittadini a piedi per il blocco delle auto a Milano e nelle altre aree critiche della Lombardia. Incentivare l’uso dei mezzi pubblici è, lo ripetono tutti, una delle soluzioni per contenere l’inquinamento del traffico. Se non che, qui in Lombardia, il sistema ferroviario è al collasso. Questa è la cronaca di un “normale” disservizio: vittima, chi scrive. Venerdì 14 gennaio, stazione di Porta Garibaldi Passante, treno delle 22.04 per Gallarate. È già diventato un incubo per i pendolari: dallo scorso 13 dicembre, con l’inaugurazione della stazione di Porta Vittoria, non riesce a viaggiare, non diciamo in orario, ma almeno con ritardi accettabili. E infatti la sera prima, giovedì 13 gennaio, è arrivato a Busto Arsizio alle 23, una ventina di minuti dopo l’orario previsto.
Ma torniamo a venerdì. Mentre l’altoparlante annuncia che il treno per Novara non partirà più dal Passante ma dalla stazione di superficie - ovviamente ci sarà da aspettare - e un gruppo di viaggiatori si sobbarca il percorso a ritroso, sul tabellone compare l’inevitabile ritardo del Gallarate, “giustificato” con la “mancanza del materiale corrispondente”. Nell’alternarsi di comunicazioni, l’attesa si dilata fino a raggiungere i 35 minuti. Risultato: al freddo, i poveri passeggeri, esaurita la litania di improperi contro Ferrovie, Regione e altre autorità, si dedicano a un accorato scambio di racconti su disservizi e disagi, maleducazione e strafottenza da parte di addetti e quant’altro.
Alla fine, il convoglio si materializza: alcune carrozze sono al buio, un congruo numero di porte, come al solito, non funziona. Conclusione: arrivo a Busto Arsizio alle 23.30. Un’ora e mezza per coprire una trentina di chilometri. E un buon motivo per rinunciare in futuro a prendere quel treno e possibilmente il treno come mezzo di trasporto in generale. Lo smog ringrazia.

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