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Data di pubblicazione:16/01/2005
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:I pendolari: «Stress da treno le Ferrovie devono pagare»
Testo dell’articolo:Novi Ligure - Il risarcimento per lo stress causato dai ritardi dei treni e un’interpellanza sul “caso Novi”, città che, secondo i pendolari, le Ferrovie considerano terra di nessuno.
L’hanno deciso i pendolari di Novi (un piccolo esercito di lavoratori e studenti, 2.000 circa) al termine dell’assemblea organizzata l’altra sera in Comune dall’associazione novese che tutela i loro diritti. Pendolari in trincea contro ritardi, disservizi, sicurezza dei convogli che rivendicano il diritto di arrivare puntuali a scuola o al lavoro. «Verrebbe voglia di bloccare i treni, mettersi di traverso sulle rotaie come hanno fatto in altre città - dice Riccardo Leardi, presidente dell’associazione novese - ma per ora abbiamo scelto la via della legalità».
Pronte nuove forme di protesta. «Con l’aiuto del nostro legale, Ermanno Matarazzo, - dice Leardi - faremo in modo di chiedere il danno biologico, un risarcimento da stress per le ore, circa due alla settimana, che perdiamo con il ritardo dei treni». Qualcuno ha proposto di consegnare al controllore il biglietto con lo stesso ritardo con cui viaggia il treno, a fronte di precise statistiche. Leardi, che insegna all’Università genovese, numeri alla mano, snocciola i dati dei ritardi dei treni per Genova che sono, in media, di 5 minuti sul 55 per cento dei convogli, 10 minuti sul 71 per cento, 15 minuti sull’81 per cento; dati ricavati da un monitoraggio su 876 treni. La maglia nera dei ritardi va però alla linea Novi-Milano: dai 15 ai 40 minuti sia in arrivo che in partenza, con i treni spesso fermi in aperta campagna perché il locomotore si guasta e conseguenti “transumanze” dei passeggeri dai Regionali agli Intercity. Passeggeri costretti, oltre al disagio, a subire le rimostranze dei viaggiatori degli Intercity da cui vengono considerati veri e propri “invasori”.
«Una guerra tra poveri - aggiunge Leardi - che trova indifferenti i dirigenti delle Ferrovie». I pendolari, inoltre, protestano per la posizione defilata che ormai ha assunto Novi nel piano delle Ferrovie: «È una sorta di terra di nessuno tra Liguria, Piemonte e Lombardia - dice Leardi - in cui i vari dipartimenti ferroviari si palleggiano le responsabilità dei disservizi costanti».
L’assemblea ha deciso, infine, di informare dei disagi i parlamentari della zona e, attraverso loro, inoltrare un’interpellanza al ministro dei Trasporti, Pietro Lunardi, sul “caso Novi”.
Il responsabile della Divisione trasporti regionali della Liguria, Ivo Moccagatta, ha assicurato che saranno prese in considerazione le richieste dei pendolari, mentre i dati dei ritardi, secondo le statistiche dei responsabili delle Ferrovie, non risultano così macroscopici ma sono, anzi, in via di miglioramento.

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