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Data di pubblicazione:16/01/2005
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:«Ogni mese, un giorno perso»
Testo dell’articolo:Se è il treno è in ritardo rispetto all’orario, i pendolari novesi esibiranno al controllore di viaggio il biglietto o l’abbonamento dopo aver lasciato passare, dal momento della richiesta, lo stesso tempo che loro hanno atteso il treno. Questa la singolare forma di protesta, annunciata dall’Apn nel corso dell’assemblea ordinaria svolta l’altra sera a palazzo municipale. Quello dei ritardi rimane il problema più assillante per chi viaggia in treno e, secondo le statistiche sciorinate dal presidente dell’Associazione pendolari novesi, Riccardo Leardi, la situazione è peggiorata negli ultimi quattro anni. «Nel 2004 - ha spiegato in proposito Leardi - il 53 per centro dei treni ha avuto un ritardo di 5 minuti e il ritardo medio è stato di 8 minuti. Nelle prime settimane di quest’anno, l’ultimo dato statistico è addirittura salito ad undici minuti e mezzo. Questo significa che, ogni settimana, i pendolari perdono due ore per colpa di Trenitalia e ogni mese otto ore, quindi un giorno lavorativo. A questo bisogna aggiungere il danno alla produttività, perché dopo un viaggio-peripezia non si rende sul lavoro come quando si è freschi e riposati». A questi disagi, per ora, i pendolari novesi replicheranno esibendo con ritardo identico a quello del treno il titolo di viaggio, ma non escludono drastiche forme di protesta come ha confermato il presidente dell’Apn. «Siamo sempre stati contrari a forme di protesta illegali e cerchiamo di privilegiare il dialogo ma, se avremo conferma che chi usa le maniere forti ottiene qualcosa, non escluderemo nessuna forma di agitazione». L’esasperazione dei pendolari sembra giunta a livelli di guardia. Chi vive da vicino il problema, ritiene che vi siano ancora margini di dialogo con Trenitalia? «Per rispondere, parto dall’assemblea che abbiamo svolto a Novi e da quelli che possiamo considerare risvolti positivi. Erano presenti molti consiglieri comunali, provinciali, regionali e le loro promesse di fare pressioni su Trenitalia affinché non isoli Novi dal resto dell’Italia, fa ben sperare. Erano presenti anche rappresentati delle Divisioni Trasporto regionale di Liguria e Piemonte, che si sono dimostrati disposti al dialogo, a differenza dei precedenti interlocutori». Il presidente Leardi parla di Novi Ligure isolata dal resto dell’Italia per la mancanza di fermate di treni «Intercity» e chiede che l’Associazione pendolari sia consultata, per l’elaborazione dei nuovi orari, anche dalle Divisioni trasporti ligure e lombarda, oltre che da quella piemontese perché sono parecchi i pendolari che viaggiano verso la Liguria e la Lombardia. Quella di venerdì sera è stata una riunione caratterizzata da una folta partecipazione di persone che ogni giorno utilizzano il treno e questo, secondo Leardi, è indice dell’insoddisfazione che serpeggia tra chi è costretto ad avvalersi di questo mezzo di trasporto. Gli iscritti all’Apn sperano di avere spunti per inchiodare alle proprie responsabilità Trenitalia e Rfi dalla riunione convocata per martedì a Genova dall’Associazione giovani avvocati e dalla Consulta ligure consumatori-utenti. «Purtroppo oggi chi acquista il biglietto del treno ha solo il diritto a essere trasportato, non importa a quale orario. Secondo me - ha concluso Leardi - i disservizi hanno raggiunto un livello tale che è ora di provare a chiedere il danno biologico».

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