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Data di pubblicazione:16/01/2005
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:Pendolari, una protesta «a orologeria»: esibiranno i biglietti in base al ritardo del treno
Testo dell’articolo:NOVI LIGURE - Da domani i pendolari novesi si rifiuteranno di mostrare immediatamente il biglietto alla richiesta del controllore. Il rifiuto varrà per una durata pari al ritardo del treno. Questa curiosa forma di protesta è stata lanciata l’altra sera all’assemblea annuale dell’Apn (l’Associazione pendolari novesi) che si è tenuta in Comune. «Anche se, soprattutto in situazioni di grave disagio – ha ironizzato Giusy Tolino, pendolare che viaggia sulla linea per Milano –, forse temendo le nostre proteste, il personale di Trenitalia vigliaccamente “scompare” ed evita di far “controlleria”». Alla riunione hanno partecipato circa un centinaio di persone: oltre ai pendolari, ovviamente in stragrande maggioranza, alcuni consiglieri comunali, provinciali e Rocco Muliere, consigliere regionale Ds. Una partecipazione che la dice lunga sul malcontento che regna tra chi viaggia in treno. Proteste per i ritardi, per i cosiddetti «buchi d’orario», per la scarsa pulizia delle carrozze, per la mancanza di informazioni. Si punta anche a trascinare in tribunale le Ferrovie. «Voglio fare causa – ha detto il presidente dell’Apn, Riccardo Leardi – affinché sia riconosciuto il danno biologico. Oltre a rubarci 60-70 ore all’anno quanto vale lo stress che ci provocano quotidianamente? Tutto questo rappresenta un danno per l’economia italiana: il pendolare arriva al lavoro già stressato, fattore che si traduce in un costo per l’azienda». Martedì a Genova, in Salita Santa Caterina 12, sala Sivori, con inizio alle 12,30, si terrà un convegno dal titolo «Consumatori e giustizia, percorsi processuali, soluzioni stragiudiziali, nuove leggi. Quali prospettive di tutela». Fra i cinque casi che saranno analizzati ci sarà anche quello di un pendolare. Sul fronte pendolari la politica invece latita. «Dopo anni che ci lamentavamo - ha detto Leardi – l’assessore regionale ai Trasporti, Casoni, ha “scoperto” che a Novi non fermano Intercity. Peccato che fosse già settembre quando ormai l’orario non poteva più essere modificato. Il senatore Enrico Morando è di Arquata e abita a Novi. Perché non fa qualcosa?». Negli ultimi sei anni la puntualità dei treni, secondo l’Apn, è costantemente in calo. Nel 2004, sulla Novi-Genova, ma la stessa tendenza si registra anche sulle tratte per Milano (dove la situazione è anche peggiore) e Torino, un monitoraggio su 14 treni ha rilevato che il 45,6% arriva con un ritardo superiore ai 5 minuti; il 28,5 % oltre i 10 e il 18,8% oltre i 15 minuti. Dopo un mese dall’entrata in vigore del nuovo orario si registrano parametri anche peggiori. Dati in contrasto con quelli delle Ferrovie per le quali risulta che oltre il 90% dei treni ha meno di 5 minuti di ritardo. «Misurano il ritardo solo alla stazione di arrivo - dice Leardi - e mettono sullo stesso piano treni pendolari e quelli “in fascia libera”».

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