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Data di pubblicazione:16/01/2005
Fonte:La Stampa edizione di Vercelli
Titolo dell’articolo:«Viaggi-calvario sui treni To-Mi», il racconto di una pendolare
Testo dell’articolo:VERCELLI - Si chiama Elena, è pendolare sulla linea Torino-Milano. In nove anni di partenze mattutine da Vercelli abbonate al ritardo, di rientri serali su carrozze fredde (a volte) e sporche (sempre), pensava di aver visto e vissuto di tutto. Le mancava invece l’ultima settimana di scioperi, proteste e linee aeree cadute. Raccontata dallo scompartimento di un treno. «Da settembre - ricorda Elena - la situazione è peggiorata drasticamente. Mi ero ripromessa di segnarmi i ritardi, poi ho rinunciato. All’andata, il quarto d’ora perso, è fisso». Martedì, dopo la protesta dei ferrovieri piemontesi, sono i pendolari a imbufalirsi a Vittuone. Elena ancora non lo sa: il suo treno del mattino, diretto a Milano, arriva a Novara già con i quindici minuti canonici accumulati. «Ci fermiamo a Trecate - racconta - e per un’ora e mezzo non sappiamo il perchè. Finchè non passa un controllore, gli altoparlanti ci sono ma non funzionano mai, e ci informa della manifestazione». La rabbia per il ritardo sfuma in comprensione: forse, con un gesto eclatante, i pendolari riusciranno a far capire quant’è difficoltoso viaggiare sui treni. «Restiamo a Trecate due ore e mezzo, finchè con il passaparola tra i vagoni capiamo che torniamo a Novara per percorrere una via alternativa. Intanto sono le 11 del mattino». Qualcuno dà l’assalto ai bus, arrivati per prelevare almeno un manipolo di pendolari, in tanti restano sul treno. A Novara Elena chiama il posto di lavoro: la mattina è persa e le dicono di rientrare a casa. Chi affronta la «via alternativa» sfiora il Lago Maggiore e approda a Milano intorno all’una. La settimana nera, però, non è ancora finita. Venerdì sera, treno dalle 18,18 in partenza da Milano. «Il treno si avvia con i soliti 5 minuti di ritardo e a Certosa si ferma. Passano dieci minuti prima che l’altoparlante (è un miracolo, ci diciamo) si metta in funzione e il capotreno annunci che è caduta la linea aerea tra Rho e Magenta. Ormai siamo rassegnati. Con il telefonino, che è diventato fondamentale per chi viaggia, avvertiamo tutti a casa». Passa altro tempo e un capotreno solerte annuncia che il convoglio arriverà a Rho. «Sono le venti, il treno scarica i pendolari e da qui viene trainato. Per fare manovra, ci dicono, andremo su un binario “illegale”». Il termine illegale scatena una serie di illazioni, finchè si scopre che è un binario inusuale rispetto a quello ordinario. Il treno riparte, ma sostituisce anche i convogli minori, soppressi, e si esibisce in una serie di fermare straordinarie. «Arriviamo a Magenta con 108 minuti di ritardo, a Vercelli ormai le due ore ci sono tutte. E sono le 21,20». Il mattino dopo, per fortuna, non si riparte.

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