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Data di pubblicazione:18/01/2005
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Binari deserti, Trenitalia minimizza
Testo dell’articolo:Una guerra di numeri, come sempre. E come sempre i conti non tornano. O forse sì, ma solo per pendolari e viaggiatori che ancora una volta hanno dovuto muoversi con fatica nelle ventiquattro ore di sciopero indette dalle 21 di domenica sera alla stessa ora di ieri. Le Ferrovie minimizzano, il sindacato esulta per l’adesione allo sciopero proclamato a difesa della sicurezza dei dipendenti e dei viaggiatori. Il dato nazionale fornito da Trenitalia sull’astensione dal lavoro dei dipendenti dice 14 per cento, ma, a ben guardare i numeri della protesta, le percentuali in Piemonte sono state più alte. Il Sult, il sindacato che ha indetto lo sciopero, dichiara un’adesione altissima, il 90 per cento, con punte del cento per cento in alcune regioni italiane come l’Emilia Romagna. La Filt Cgil getta acqua sul fuoco e per quanto riguarda il Piemonte (i dati si riferiscono al tardo pomeriggio di ieri) parla di un 5 per cento di adesione tra i capitreno, il 10 per cento tra il personale di bordo e il 14,2 per cento tra i macchinisti, mentre durante la notte i lavoratori che hanno incrociato le braccia sono stati il 10 per cento.
Numeri o no i viaggiatori che ieri non hanno potuto rinunciare a utilizzare il treno hanno dovuto fronteggiare non pochi disagi. Tanti i convogli soppressi, sia a lunga percorrenza sia regionali, mentre Trenitalia ha garantito il trasporto regionale nelle fasce protette, ovvero dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. La voce «soppresso» sui cartelloni nella stazione di Porta Nuova è stata la più gettonata, con i viaggiatori che si aggiravano sconsolati nell’atrio alla ricerca di un treno per poter partire. Dalle 6 alle 14 sono stati garantiti 217 treni regionali, mentre 392 sono stati i convogli soppressi. Percentuali alla mano ha circolato il 35 per cento dei treni, con qualche punto percentuale in più per i treni a lunga percorrenza.
Piuttosto difficile la situazione per chi ha dovuto recarsi a Milano. Soppressi i treni in partenza dalla stazione piemontese alle 8,20, 12,20, 16,20 e 18,20. Nulla di buono nemmeno per chi dall’Ossola, da Domossola in particolare, ha cercato di raggiungere il capoluogo lombardo per recarsi al lavoro. Treni soppressi alle 12,05, 14,05, 16,05, 18,05. Anche sulla linea per Genova-Roma i disagi non sono mancati, anche perché in Toscana ha aderito allo sciopero il Cub, sindacato autonomo. Garantito solo qualche treno a lunga percorrenza diretto a Reggio Calabria e Palermo, mentre i convogli con destinazione Lecce sono stati soppressi.
Le agitazioni dei ferrovieri, comunque, non si fermeranno con lo sciopero di ieri. Probabilmente un secondo stop arriverà dall’assemblea del 27 gennaio quando Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil, Orsa, Sua e Ugl decideranno un’ulteriore serie di azioni congiunte. Un terzo appuntamento, poi, è già stato fissato per il 7 marzo prossimo. Sul tavolo della trattativa sempre il problema sicurezza e incidenti che alla luce degli ultimi tragici avvenimenti non può più essere ignorato. E il Piemonte su questo argomento è una delle regioni più sensibili: tre incidenti nel 2004 con quattro vittime fanno riflettere.

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