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Data di pubblicazione:25/01/2005
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Linea Cuneo-Fossano: «Ancora ritardi per il raddoppio della ferrovia»
Testo dell’articolo:FOSSANO - È arrivato sul tavolo dell’ufficio Lavori pubblici il progetto preliminare per il raddoppio della linea fs Fossano-Cuneo. Dopo la presentazione da parte di Rfi in Provincia, a novembre, procede l’iter per l’opera attesa da anni. «Ci è stato chiesto di valutare il progetto e fare osservazioni per eventuali modifiche - spiega l’assessore ai lavori Pubblici, Vincenzo Paglialonga-. Fossano ha chiesto la costruzione di un nuovo marciapiede e la cessione della vecchia stazione a Maddalene, ormai dismessa. La useremo per le emergenze abitative». I lavori sono divisi in tre lotti. La prima tranche comprende il tratto di 2,5 km davanti alla stazione di Centallo. Costerà 15 milioni di euro e riguarderà la costruzione di un nuovo binario e la messa in sicurezza della stazione. Per quest’ultima è previsto l’adeguamento dei marciapiedi, un nuovo sottopasso per i viaggiatori e l’eliminazione dei due passaggi a livello. «Il percorso Fossano-Centallo è il più indietro nella progettazione - aggiunge Paglialonga-. A partire per prima sarà la sistemazione della stazione di Centallo e del tratto di binari prospiciente. Seguirà la messa in sicurezza della Centallo-Cuneo (35 milioni di euro); poi toccherà al collegamento con Fossano (40 milioni)». La polemica arriva dai sindacati che rivendicano le promesse fatte dall’assessore regionale William Casoni. «Del raddoppio si parla da 4 anni - interviene Luca Bosio della Cisl trasporti-. Tempo fa il vice presidente della Regione ha assicurato che sarebbero partiti i lavori ma non c’è stato ancora nulla di decisivo». Un’altra lamentela riguarda l’attivazione, sulla linea, del sistema «scmt» (sistema di controllo marcia treno). «Anche per questo si era parlato d’inizio dei lavori entro gennaio. Non se ne è più parlato. L’«scmt» permette il controllo automatico dei segnali ed è in grado di sopperire all’errore umano. È l’unico sistema in grado di garantire una sicurezza totale. Ciò che è stato promesso dopo il deragliamento di Madonna dell’Olmo va mantenuto».

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