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Data di pubblicazione:01/02/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:L’Amministratore Delegato di Trenitalia, Testore: “quello stop è solo un gesto gratuito, però capisco lo stato d’animo di chi è a bordo”
Testo dell’articolo:CAPISCO lo stato d’animo dei viaggiatori, ma bloccare la Ferrovia è un gesto del tutto gratuito». L’amministratore delegato di Trenitalia Roberto Testore ammette le difficoltà del trasporto locale, ma ricorda che «in questo settore» non ci sono soluzioni semplici. «Gli investimenti li stiamo facendo, soprattutto in nuovo materiale rotabile». In attesa di nuovi treni si scelgono comunque altre soluzioni: «A febbraio sulla Torino-Milano si può salire sull’Intercity con l’abbonamento dell’Interregionale».


Testore, cos’è accaduto sulla linea Milano-Venezia?

«Si è trattato purtroppo di una concatenazione di eventi sfortunati: un treno che non è potuto partire, quindi soppresso. A questo si è aggiunto un problema sulla locomotiva del treno successivo».

Non è però il primo caso di disagio. Nei giorni scorsi c’è stata una rivolta dei viaggiatori anche sulla linea Torino-Milano.

«Di problemi ce ne sono in tutte le tratte che uniscono i grandi centri urbani e frequentate dai pendolari la mattina presto e il pomeriggio tardi. Purtroppo in questi casi basta una automobile incastrata su un passaggio a livello per creare problemi enormi a tutta la linea».

Cosa sta facendo Trenitalia per migliorare l'efficienza della rete locale?

«Abbiamo avviato un importante programma di investimenti, circa due miliardi e mezzo di euro da qui al 2007 per nuovo materiale rotabile. Stiamo inserendo nelle linee locali otto nuovi treni «Minuetto» al mese e acquistando trecento nuove carrozze a due piani. A livello organizzativo stiamo lavorando per reagire più prontamente a questo tipo di emergenze, ma purtroppo quello delle Ferrovie è un sistema complesso i cui problemi non possono essere risolti dall’oggi al domani».

Da parte dei sindacati e dell’opposizione si lamenta un taglio degli investimenti per le infrastrutture. E’ così?

«No, soprattutto gli ultimi cinque sono stati anni di investimenti massicci. Stiamo raddoppiando le linee, che saranno “specializzate” e le stiamo dotando di sistema di sicurezza avanzati. Stiamo lavorando sui grandi nodi urbani, e questo spesso crea disagi agli utenti per i lavori in corso. Semmai paghiamo un ritardo dovuto ai mancati investimenti degli anni precedenti».

Un’altra critica che viene fatta dai vostri detrattori è che sono stati privilegiati gli investimenti sull’Alta velocità a scapito di quelli per il trasporto locale.

«Gli investimenti sull’Alta velocità e lo sviluppo di nuove linee permettono di decongestionare il traffico locale. Non dimentichiamo che dove le linee sono uniche dietro agli Eurostar ci sono gli Intercity, e dietro agli Intercity gli Interregionali. In questo senso sarà fondamentale lo sviluppo degli snodi nei grandi centri urbani».

Dunque? A cosa attribuite questi disagi?

«Uno degli elementi è che c’è stata una crescita esponenziale della domanda. In alcuni casi registriamo aumenti del traffico passeggeri del 200% in due-tre anni. Anche di più, come nel caso delle linee attorno a Roma e Milano. C’è sempre più gente che sceglie di vivere fuori delle città e che non vuole usare più l’automobile».

Cosa risponde ai viaggiatori infuriati?

«Che siamo consapevoli della situazione, e per questo stiamo lavorando sodo per migliorare l’efficienza su tutta la rete, anche se i problemi non possono essere risolti tutti contemporaneamente. Mi faccia però aggiungere una cosa: l’occupazione dei binari non è una soluzione, perché aggiunge disagio a disagio. Capisco lo stato d’animo delle persone, ma si tratta di gesti gratuiti. Ci vuole un po’ di responsabilità da parte di tutti».

In questi giorni avete preso provvedimenti specifici?

«In attesa del nuovo materiale rotabile per fronteggiare il problema sovraffollamento, sulla Torino-Milano abbiamo deciso in collaborazione con la Regione di permettere ai pendolari di salire sugli Intercity con l’abbonamento dell’Interregionale. A partire da marzo sarà necessaria una integrazione di dieci euro».

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