<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:02/02/2005
Fonte:Libero
Titolo dell’articolo:Sei articoli in merito ai problemi dei pendolari
Testo dell’articolo:Il treno fermo piace all’Ulivo di MATTIAS MAINIERO
Sindacato e sinistra fanno da registi occulti alla rivolta dei pendolari che bloccano le linee in Lombardia e Lazio Così la protesta viene usata in vista delle elezioni regionali. Spunta la pista sabotaggio. A Milano indagine della Digos c’è una parola ricorrente nell’odissea dei pendolari italiani. Ritardo? Cancellazione? Soppressione di treni? Non solo. La parola è: sinistra, e questa è la storia di strane coincidenze politiche. In breve, e tanto per rimanere nella metafora ferroviaria: la sinistra che viaggiò a bordo del pullman di Prodi per raggiungere Palazzo Chigi oggi ha deciso di cambiare mezzo di trasporto per marciare sulle Regioni, e senza né biglietto né invito è salita sul treno dei pendolari diventandone ben presto il vero macchinista. Premessa obbligatoria: non è semplice, e neppure giusto, svegliarsi alle 6 di mattina per entrare in fabbrica o in ufficio, se tutto fila liscio, alle 8, dopo aver viaggiato a bordo di un treno che talvolta sembra un carro-bestiame. Non è semplice, e neppure civile, uscire di casa e dover affrontare la roulette russa e ferroviaria. Tutta la nostra comprensione verso i pendolari italiani e le loro quotidiane difficoltà.



Saltare sui binari, ora l’Ulivo ha una strategia di BRUNELLA BOLLOLI
ROMA - È la sinistra a guidare il treno dei pendolari laziali. L’Ulivo ha deciso: per difendere i viaggiatori, scenderà in piazza contro il governo. Non quello nazionale, però: il governo della Regione Lazio, targato Alleanza nazionale. Obiettivo: battere Francesco Storace. Come? Sono due i potenti mezzi del centrosinistra laziale. Si chiamano sportelli. Uno ha sede a Roma. Funziona sotto l’egida della Provincia guidata da Enrico Gasbarra, della Margherita. L’altro è a Frosinone, voluto dal presidente della Provincia, Francesco Scalìa pure lui della Margherita. Raccolgono le proteste dei pendolari, sottoscrivono petizioni, danno consigli. Il tutto arriva in Regione, di centrodestra. Cosa c’entra uno sportello gestito dalla Provincia con una ferrovia regionale? Non si sa. Fatto sta che attorno ai due “sportelli” si muovono i comitati dei pendolari, molti dei quali guidati da uomini vicini al centrosinistra e formati, tra l’altro, da iscritti a Rifondazione comunista e al partito dei Ds. E guarda caso, ultimamente, a raccogliere la loro voce, è giunto anche Piero Marrazzo, candidato ulivista alle Regionali. Piero vuole fare la guerra al fianco dei pendolari. Ne ha sposato la causa, li ha quasi adottati. Ha impostato il suo programma sulla qualità della vita: mobilità al primo posto. Per rendere meglio l’idea, una mattina presto è salito sul trenino che da Roma va a Cassino (provincia di Frosinone) e ha provato un’esperienza nuova. Ha imitato ciò che l’assessore regionale ai Trasporti, Giulio Gargano, aveva già fatto un mese prima, forse con meno pubblicità: il pendolare nel Lazio.



La Cgil espropria la rivolta dei pendolari di CLAUDIO ANTONELLI
MILANO - Ancora sui binari a far sentire la loro voce. I pendolari sono tornati a colpire sulla linea Milano-Novara, dove hanno bloccato l’interregionale Torino-Milano. Conseguenze: ritardi, sulla tratta, dai 20 ai 35 minuti. Questa volta, però, per dare il via alla campagna che sponsorizza il mancato pagamento del biglietto. Lo slogan è “Un buon viaggio non comincia dal biglietto”. Siamo di fronte a un’evoluzione dei sit in del mese scorso, quelli delle occupazioni dei binari e del blocco delle motrici. Ma alle spalle della rivolta - peraltro più che comprensibile e figlia di ritardi, attese e disagi - si staglia un’ombra sinistra. Nel senso politico del termine. Basta infatti spulciare i nomi di portavoce e leader (o autonominatisi tali) degli stessi pendolari esasperati, per incappare in rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl, e in alcuni casi anche in consiglieri regionali di sinistra. Prendiamo il Coordinamento dei comitati dei pendolari lombardi, l’organismo che raccoglie le tante associazioni della regione e spesso si fa portavoce del problema davanti alle istituzioni (in questo caso, la Regione Lombardia): tra i promotori c’è Federconsumatori, associazione legata alla Cgil, e rappresentante fondamentale ne è Giacinto Brighenti, responsabile della Federconsumatori Lombardia ed ex segretario Cgil di Bergamo.



Il leader del blocco spontaneo? Un pezzo grosso della Cisl di MARTINO CERVO
MILANO - Se sindacalisti si nasce, Luigi Dedei lo nacque. E un sindacalista non si tira indietro. Lunedì scorso, a Vignate, tra i promotori del blocco deciso dai pendolari della Milano-Venezia, c’era anche lui, in prima fila. Una protesta spontanea, pare, ma che ha trovato sul campo un leader pronto a gestirla. Didei appunto, portavoce del “Comitato nordest”, costituitosi sui binari. È lui a coordinare i pendolari: ieri le cronache locali raccontavano del “sit in” organizzato nella stazione di Vignate. Dal mucchio spunta Luigi Dedei, «eletto portavoce lungo le rotaie», che contratta la pace con le forze dell’ordine: «Arrendersi sì, ma a certe condizioni». Così «spunta un megafono» e «Dedei fa un riassunto» della situazione, spiegando: «Nessuno può autorizzare lo sciopero del biglietto, ma lo faremo. E i controllori non si azzardino a essere troppo zelanti, perché stamattina abbiamo imparato come bloccare tutto quanto». Un esempio imitato anche ieri, visto che in molte tratte verso Milano è scattato lo sciopero di abbonamenti e biglietti.



L’assessore ai Trasporti accusa: c’è chi specula sull’esasperazione
MILANO - «Siamo di fronte a un caso di speculazione politica, soprattutto al disegno di alcuni di aumentare l’esasperazione dei cittadini», Massimo Corsaro, assessore ai Trasporti della Regione Lombardia non fa nomi precisi, si limita ad alludere a un clima che «dà sollecitazioni sbagliate a persone, spingendole a compiere azioni soggette a loro volta al codice penale».



La Digos cerca chi fomenta la rivolta di LUCIA ESPOSITO
MILANO - La rivolta dei pendolari arriverà presto in Procura a Milano. Nei prossimi giorni i carabinieri di Cassano d’Adda e la Digos trasmetteranno un’informativa all’autorità giudiziaria che dovrà accertare se per il blocco dei binari di lunedì scorso a Vignate, lungo la linea Milano-Venezia, si può ipotizzare il reato di interruzione di pubblico servizio. Carabinieri e polizia hanno identificato molti dei pendolari che per quattro ore e mezzo hanno impedito ai treni di circolare occupando i binari e provocando un ritardo complessivo di tre ore e mezzo su tutte le linee. Sono ancora in corso indagini sulla loro identità, soprattutto, si cerca di distinguere tra quelli che lunedì mattina erano a Vignate semplicemente per curiosare e quelli che, invece, hanno materialmente impedito ai treni di circolare. Naturalmente, si cercherà di capire se accanto alla protesta dei viaggiatori esausti da ritardi, guasti, arrivi mancati e coincidenze saltate, non ci sia stato, da parte di qualcuno «il tentativo di strumentalizzare il malcontento».

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it