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Data di pubblicazione:03/02/2005
Fonte:La Stampa edizione di Aosta
Titolo dell’articolo:Aosta: treni, ancora proteste. «Pronti a bloccare i binari»
Testo dell’articolo:AOSTA - «Ci sono problemi sulla linea»: è l’unica spiegazione fornita, un giorno sì e uno no, ai pendolari del treno Aosta-Torino. Nelle ultime due settimane, i ritardi sulla linea hanno raggiunto la media dei 30 minuti. L’altro ieri, il treno partito da Torino alle 17,25 è arrivato ad Aosta con 45 minuti di ritardo. Il capotreno è nella carrozza di testa. Cosa è successo? «Guardi - spiega -, tra Montalto Dora e Borgofranco è andato in tilt il segnale di sicurezza e abbiamo dovuto eseguire una procedura di sicurezza obbligatoria, in collegamento telefonico con il dirigente di Trenitalia che segue la tratta ferroviaria». Gli utenti sono esausti. «Non ne possiamo più - dicono i pendolari che ogni giorno viaggiano sulla linea -. Negli ultimi mesi la situazione si è aggravata e siamo di fronte a un crescendo di ritardi. Se le cose non migliorano saremo costretti a scendere sui binari e a bloccare i treni in segno di protesta, come hanno fatto in questi giorni a Milano. Abbiamo scritto all’assessore regionale ai Trasporti, Luciano Caveri, informandolo degli ultimi ritardi; ci ha risposto, ma per ora nulla è cambiato». Ai ritardi si aggiunge il mancato rispetto delle coincidenze, meno frequenti i casi di treni soppressi: chi martedì era a Porta Nuova per il treno delle 19,25 ha saputo dopo 45 minuti che il treno era stato soppresso e che il successivo sarebbe partito alle 20,25. Per non parlare dei treni del mattino perennemente in ritardo, sovente senza riscaldamento né luce. «Per noi che lavoriamo a Ivrea - spiegano Marco Ghibaudo e Giorgio Gianesini - non c’è alternativa: il pullman non esiste e il costo del viaggio in automobile non è sostenibile, tra autostrada e benzina spenderemmo circa 400 euro al mese». Per Stefano Ghidoni, psicologo di Aosta, i problemi sono molteplici. «Oltre al non rispetto del contratto tra azienda e utente, e alla mancanza di comfort e di sicurezza, c’è la totale disinformazione sui ritardi e sulle loro cause».

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