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Data di pubblicazione:11/02/2005
Fonte:La Padania
Titolo dell’articolo:E ora la protesta dei trasporti colpisce gli incolpevoli pendolari
Testo dell’articolo:Avrà cadenza periodica il tavolo sulla sicurezza nelle ferrovie con i sindacati e i vertici Fs convocato dal ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. L’invito del ministro era previsto per lunedì prossimo ma probabilmente slitterà di una settimana.
L’incontro, fa sapere il ministro, sarà il primo di una serie di tavoli che dovranno fare il punto sulla messa in sicurezza del sistema e sull’accelerazione delle opere per incrementare la sicurezza. Intanto, riguardo alle sanzioni ai sindacati e ferrovieri “disobbedienti”, «mi atterrò alle disposizioni previste dalla legge» si è limitato a puntualizzare Lunardi, riferendosi allo sciopero nazionale proclamato dalle sei sigle sindacali di settore, scattato alle 21 di ieri e che si concluderà alla stessa ora di questa sera.
Uno sciopero che comunque «non si giustifica nè per la durata di 24 ore, nè per le motivazioni» è il giudizio del ministro. La protesta sarà di 24 ore, nonostante una precettazione dello stesso Lunardi avesse ridotto la protesta da 24 a 8 ore, «per limitare i disagi agli utenti».
Contro la precettazione i sindacati sono ricorsi al Tar. La normativa alla quale si è richiamato il ministro, la legge 146 del ’90 che regola il diritto di sciopero nei servizi pubblici, prevede che i lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle disposizioni «sono soggetti a sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell’infrazione». La discrezionalità da parte del ministero, secondo alcune interpretazioni, potrebbe riguardare il quantum della sanzione e la sua applicazione nei confronti delle organizzazioni sindacali o eventualmente, anche dei singoli lavoratori. Il ministro respinge intanto le motivazioni alla base dell’astensione, i livelli di sicurezza dopo l’incidente di Crevalcore e l’eventuale “frantumazione” dell’assetto societario di Fs.
«Sulle azioni che abbiamo svolto dopo il disastro di Crevalcore - ribadisce il ministro - va ricordato che abbiamo immediatamente richiesto alle Ferrovie dello Stato una serie di impegni in merito sia alla anticipazione dei tempi di installazione su tale linea del sistema di Controllo marcia Treni, sia sul contenimento dei tempi di realizzazione del raddoppio dell’asse ferroviario. Le Ferrovie hanno assicurato la messa a regime di tale sistema entro il mese di luglio 2005 e hanno assicurato anche un contenimento dei tempi di realizzazione del raddoppio, un contenimento che non poteva essere però effettuato per le opere relative alla realizzazione del ponte sul fiume Po».
Inoltre, sempre per quanto riguarda la sicurezza, «si è fatto e si sta facendo tantissimo. In questi ultimi 3 anni, ad esempio, è stato installato già il Sistema di Controllo Marcia Treni, cioè il sistema che evita in caso di mancato rispetto dei segnali il blocco del treno, su 3.000 Km di rete, di cui 800 Km a semplice binario ed è previsto entro il 2007 l’attrezzaggio di complessivi 10.500 Km di rete di cui 6.200 Km a doppio binario e 4.300 Km a semplice binario. Il costo è pari a 1.724 milioni di euro».
Anche sul secondo punto delle motivazioni alla base dello sciopero, lo scorporo di Rfi, Lunardi respinge le critiche. «Non è mia intenzione “frantumare” il gruppo Fs anzi è mio obiettivo dare al gruppo la massima organicità funzionale» ribadisce il ministro. Nel merito, «ho solo ricordato che, nel rispetto di Direttive Comunitarie, entro il 2006 l’Italia dovrà recepire una direttiva che prevede una netta separazione delle competenze del gestore della rete da quelle del soggetto preposto alla emanazione delle norme in merito alla sicurezza, un soggetto che si configurerà come organismo indipendente per la sicurezza».
«Appare così evidente - conclude Lunardi - che è difficile convincere gli utenti della validità dello sciopero. E la riduzione dell’orario è finalizzata a ridurre i disagi per i viaggiatori, che altrimenti risulterebbero eccessivamente penalizzati, senza con questo ledere il diritto di sciopero».
Da parte loro, i dirigenti di Trenitalia hanno evidenziato che per loro «non esistono i pendolari, ma solo i clienti. Siamo perfettamente coscienti di quelli che sono i problemi del trasporto locale e abbiamo già preso in mano la situazione. Dall’anno scorso al 2007 - ha detto a Firenze Vincenzo Saccà, responsabile relazioni esterne di Trenitalia, intervenuto a un convegno di Federconsumatori sul tema dei trasporti - sono in programma 6 miliardi di euro di investimenti per la manutenzione e l’acquisto di nuove vetture. Siamo solo nel 2005, lasciateci lavorare».
Secca la replica di Rosario Trefiletti, presidente nazionale di Federconsumatori, secondo il quale «il rapporto tra utenti e azienda non è assolutamente paritario. É inammissibile - ha continuato - che oggi un viaggiatore debba pagare una multa di 25 euro se non riesce ad obliterare il biglietto prima di salire sul proprio treno. Da qui la proposta di Federconsumatori di istituire la possibilità per gli utenti di un’autocertificazione dei biglietti una volta saliti in vettura». Trefiletti, che si è detto favorevole allo sciopero indetto nei trasporti ha poi reso noto di aver chiesto la disponibilità per un incontro con il ministro Lunardi.
Sullo sciopero è poi intervenuto Vincenzo Saccà ricordando che «per evitare ulteriori disagi, Trenitalia aggiornerà costantemente di ora in ora il programma di circolazione dei treni, informando in tempo reale tutti i viaggiatori attraverso il proprio sito internet e i vari call center. Lo sciopero - ha continuato - non è prerogativa di nessuno, valuteremo poi le conseguenze di questi disagi. Chiediamo a tutti i viaggiatori di tenersi attentamente informati e seguire i nostri aggiornamenti prima di recarsi nelle stazioni».
Duro anche l’intervento di Cittadinanzattiva: «Le giuste rivendicazioni dei lavoratori devono essere condivise e sostenute, purchè gli scioperi nei servizi essenziali non arrechino danni e disagi eccessivi ai cittadini che non hanno alcuna responsabilità».
«Ciò che fa differenza tra le 8 e le 24 ore di sciopero - afferma l’associazione dei consumatori - è il maggior danno e disagio che si arreca ai cittadini per temi giusti come quello della sicurezza che però dovrebbero unire e non dividere lavoratori e utenti dei servizi. Noi siamo a favore delle giuste rivendicazioni dei lavoratori, come appunto quelle della sicurezza e del rispetto dei diritti sindacali, ma chiediamo che lo sciopero nei servizi fondamentali sia fatto in forme alternative all’astensione del lavoro per evitare di penalizzare ingiustamente chi non ha responsabilità per il basso livello di qualità dei servizi e per i problemi di sicurezza della rete ferroviaria italiana».
I primi ad incrociare le braccia in quella che molti hanno definito la due giorni di scioperi nel settore trasporti, sono stati gli assistenti di volo di Alitalia e i lavoratori di terra degli aeroporti italiani che hanno aderito alla protesta indetta dal Sult incrociando le braccia per 4 ore.
Una protesta quella del Sult che ha costretto Alitalia a cancellare 141 voli, di cui 79 tra Roma e Milano. La compagnia, in particolare, ha dovuto lasciare a terra 41 voli in partenza da Fiumicino, 25 da Malpensa e 13 da Linate. Ma molti di più sono stati i voli cancellati, a causa della protesta dei lavoratori di terra degli aeroporti. Solo a Fiumicino, ad esempio, i voli cancellati tra tutte le compagnie sono stati 93: 48 arrivi e 45 partenze.

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