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Data di pubblicazione:22/02/2005
Fonte:Gazzetta d’Alba
Titolo dell’articolo:Strada 231 addio? Progetto per una metropolitana leggera da Alba a Bra
Testo dell’articolo:Se Bra vanta – secondo il sindaco di Torino Sergio Chiamparino – il primato regionale per inquinamento da pm10, Alba segue a ruota. Così, se la città della Zizzola ha deciso di chiudere il centro per quattro domeniche, ad Alba possono bastare tre, a marzo. Facili ironie a parte (su un tema quanto mai serio), la decisione di fermare le auto è stata discussa venerdì dalla Commissione ambiente, presieduta da Olinto Magara, e deve passare al vaglio della Giunta, ma tutti appaiono convinti. Anche perché, visti gli sforamenti in materia di inquinanti (ne tratta Giulio Segino), i sindaci rischiano denunce per non aver almeno cercato di far qualcosa.

Da più parti – anche in piazza del Duomo – lo stop domenicale all’interno della circonvallazione, dalle 9.30 alle 18.30, residenti inclusi, si definisce educativo più che risolutivo. Ben altro occorrerebbe: maggior sensibilità ambientale, trasporti pubblici efficienti, amministratori lungimiranti, cittadini coscienti, mezzi moderni, caldaie antismog e via elencando.

«Forse le domeniche a piedi non hanno grandi significati dal punto di vista dell’abbattimento delle micropolveri, solo in parte dovute al traffico veicolare», spiega l’assessore all’ambiente Alessandro Pelisseri, «ma possono aiutare una nuova coscienza ecologica. Si lavora anche ad altro. Mentre il teleriscaldamento è una realtà da esportare a Bra, l’ampliamento della Zona a traffico limitato è al nastro di partenza (lunedì 28, ndr), così come la costruzione del distributore di gpl a Piana Biglini».

Per la verità, nei primi giorni della scorsa settimana, mentre si accingeva a prendere in mano una questione che pareva fin qui affidata alle cure del collega alla viabilità Paolo Malcotti, Pelisseri – sostenuto dal sindaco Giuseppe Rossetto – elencava pure altre misure, dalle targhe alterne per due giorni alla settimana a limitazioni della circolazione sulla 231. La questione, in effetti, va vista in ottica sovracomunale. L’aria non ha confini. Le decisioni, però, affidate a un vertice tra i delegati all’ambiente e alla viabilità di Alba e Bra avvenuto nel pomeriggio di venerdì, non sono state conseguenti.

Troppi problemi, troppe pressioni, troppe lamentele. Al momento, pur sapendo che non molto accadrà dal punto di vista dell’abbattimento delle micropolveri – la domenica la città è naturalmente meno affollata – si andrà a piedi il 6, 13 e 20 marzo. Potrà essere una festa.

Per le decisioni epocali occorre attendere. Un suggerimento in materia – raccolto – l’ha dato Leonardo Benevolo, l’estensore del nuovo Piano regolatore albese, il quale ha inserito nella delibera programmatica già licenziata un capitolo, che così chiude: «L’antica ferrovia, non elettrificata, che ha avuto una funzione importante cent’anni fa quando era l’unica via di comunicazione moderna del territorio, è oggi una risorsa marginale. Potrebbe essere valorizzata come sostegno all’agglomerazione lineare lungo la 231, dalla stazione di Alba a quella di Bra ed eventualmente a Cherasco, soprattutto se in questo tratto si decidesse d’incrementare e riorganizzare i già cospicui insediamenti residenziali».

Pelisseri ha tradotto con convinzione: serve una metropolitana leggera, che segua il corso della ferrovia e effettui fermate veloci, ogni 15-30 minuti, collegando tutte le stazioni presenti e ripristinando Mussotto e Piana Biglini. Potrebbe decrementare il traffico sulla 231 e risolvere i problemi delle due città. I braidesi sono d’accordo. Ma occorre elettrificare la ferrovia e preparare la linea. Servono investimenti, insomma. Qualcuno ha fatto balenare l’idea di una gestione privata, come avviene in questi contesti in altri Paesi europei. Di fatto, urge passare dalle dichiarazioni di principio – tanto care ai politici, specie con le elezioni alle porte – ai fatti.

Ce la faremo? In piazza del Duomo – complici le norme comunitarie – ci si è spostati in tre anni dalla negazione dell’inquinamento alle timide misure antismog. Chissà che Alba e Bra non decidano di qui in poi di farsi consapevoli capofila del territorio nel reclamare un diritto che tanto incide sulla vita e sulla salute?

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