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Data di pubblicazione:22/02/2005
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Il Consiglio comunale si svolgerà tra i binari
Testo dell’articolo:Alla stazione, come trent'anni fa. Il presidente del consiglio comunale di Trofarello Maria Teresa Piscitello - su proposta del sindaco Maurizio Tomeo - ha firmato ieri la convocazione dell'assemblea nel piazzale dello snodo ferroviario. Appuntamento a sabato 5 marzo, alle 9.30 del mattino. Sessione straordinaria si legge nel testo spedito a tutti i sindaci della cintura sud-est e - per conoscenza - a Provincia e Regione. Un solo punto all'ordine del giorno: ripristino di tutte le fermate soppresse a Trofarello con l'entrata in vigore del nuovo memorario a dicembre 2004, «ma anche - aggiunge il sindaco - interventi strutturali sulla mobilità di questa zona». I numeri raccontano a grandi linee una cronaca al centro di iniziative clamorose: ogni giorno, dal 10 dicembre scorso, 23 treni - della tratta Torino-Savona - non fermano più a Trofarello. Depennate, in un colpo solo, dal nuovo orario di Trenitalia a tutto vantaggio della vicina Villastellone. Tanto è bastato nella città dell'amarena e del Movicentro, per inaugurare una battaglia di «opinione civile» che si è presto tradotta in tre petizioni - per un totale di 600 firme - recapitate al sindaco. Il nostro viaggio in questa stazione da 156 treni al giorno è sufficiente a rendersi conto del malumore che serpeggia tra i pendolari. Scendono dai convogli imbavagliati in sciarpe e giubbotti pesanti: «Siete de La Stampa? Scrivetelo pure: viviamo in una situazione surreale. Ogni mattina qui, per prendere un treno, bisogna incrociare le dita» dice Sara, studentessa diciannovenne di Medicina. Sarebbe a dire? «Coincidenze sballate, e soste interminabili in attesa di altri treni». I problemi ce li hanno anche alcuni giovani studenti del liceo Monti di Chieri come Marco che ha 17 anni, i capelli biondi e un giubbotto arancione all'ultimo grido: «Ogni volta che tento di prendere un treno da Trofarello, mi sembra di essere in un girone dantesco. Ritardi, confusione e treni scomparsi». Poi, ci sono quelli che devono raggiungere le università - Politecnico e Palazzo Nuovo - a Torino, ma la mappa del malumore non disdegna di includere anche i pendolari da Carmagnola: «Da quando hanno soppresso le fermate - dice Antonella Fongo - siamo costretti ad arrivare fino a Moncalieri, aspettare un'altra coincidenza e tornare indietro fino a qui». Nel primo pomeriggio, la stazione comincia ad affollarsi di lavoratori che rientrano da Torino: «Lo sanno tutti che il taglio delle fermate - dice Antonella ventisettenne dipendente di un'azienda - ha fatto più danni che altro. Non lo dica a me che senza i treni di prima faccio fatica ad arrivare al lavoro». Anche un dirigente-movimento della stazione di Trofarello, Pietro Lombardi, dice che «è una situazione di emergenza. Ci sono grossi problemi a Chieri e a Pessione. Riguardo Trofarello, 30 treni in meno mi dica per chi non sarebbero un problema». Da questa levata di voci di dissenso, muove i passi l'iniziativa di Tomeo che lancia un appello ai cittadini «che accorrano nel maggior numero possibile e civilmente alla seduta del consiglio». La risposta di Trenitalia è cauta: «Fino al 5 marzo c'è molto tempo per rispondere alle istanze dei pendolari» dice Silvano Roggero, direttore regionale dei Trasporti Locali di Trenitalia. E aggiunge: «Tutto - sulla carta - si può fare. Molto più difficile è intervenire in tempi brevi». Intanto il vicesindaco Gian Franco Visca ha già contattato gli Alpini per distribuire, la mattina del 5 marzo, bicchieri di tè caldo a tutti i convenuti. A Trofarello, sembra facciano sul serio.

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