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Data di pubblicazione:20/03/2005
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Bra, la battaglia del passaggio a livello
Testo dell’articolo:Una città divisa in due dalla ferrovia e da un passaggio a livello che separa la zona residenziale da quella produttiva. Attraversato da un flusso ininterrotto di persone: 28mila residenti in continuo movimento sfilano quotidianamente di fronte alla sbarra abbassata. Succede a Bra: la città della Zizzola all’avanguardia per gastronomia, turismo e industria, non può contare su una viabilità altrettanto adeguata. I residenti non ci stanno e prendono provvedimenti. Costituito di recente, il Comitato spontaneo per il passaggio a livello lamenta il problema e, caso più unico che raro, propone una soluzione con tanto di progetto dettagliato. «Alla confluenza di ben cinque strade - dice il portavoce Pietro Ferrero - il passaggio di per sé rappresenta una strozzatura che rallenta il traffico. Quando non lo blocca del tutto. Sottoponendo la città a condizionamenti eccessivi, soprattutto se paragonati al livello generale del servizio offerto. Il comitato nasce così per sollecitare una collaborazione con l’amministrazione comunale affinchè vengano messe in atto tutte le iniziative possibili per risolvere definitivamente il problema. E un dibattito che, in atto da tempo, è sfociato in un vero e proprio concorso di idee nel 1985 con ben sette soluzioni diverse, mai prese realmente in considerazione». La svolta, quella vera, a sorpresa arriva proprio dai cittadini, presentata anche nel recente incontro con il vicepresidente regionale William Casoni. A sostituire il passaggio a livello sarà una rotonda, corredata da collegamenti pedonali e ciclabili. E resa possibile dalla trasformazione del nodo ferroviario di Bra in una stazione di testa sul modello di Torino Porta Nuova, con il termine dei primi quattro binari proprio a ridosso del passaggio a livello incriminato. Complice la sostituzione dei vecchi convogli con treni bidirezionali e la recente soppressione del collegamento Torino-Savona, nel tratto Ceva-Bra. Delle due linee verso Sud resta così operativa solo la Alessandria-Cavallermaggiore: due binari funzionanti ma abbassati in sotterranea con l’aggiunta di un accesso tipo metropolitana, grazie all’utilizzo degli attuali sottopassaggi, sarebbero quindi sufficienti a servire i convogli diretti ad Alba. Binari poi coperti con la creazione in superficie di altre tre rotatorie a disegnare una definitiva rivisitazione dell’intero traffico cittadino. «Un’opera di questo genere - spiega Pietro Ferrero - potrebbe avere l’indubbio vantaggio di potenziare il rilancio della linea ferroviaria per Alba, mediante l’istituzione di più collegamenti diretti e veloci Alba-Bra e Torino-Cuneo venendo meno la necessità di chiusura del passaggio a livello per ogni treno. Non basta: alla maggiore fluidità del traffico, si aggiugerebbe la diminuzione dell’inquinamento atmosferico, il recupero di una grande area da destinare alla costruzione di una cintura di parcheggi a ridosso del centro con oltre mille posti auto, verde, piste ciclabili. Oltre alla generale riqualificazione urbanistica di tutta la zona della ferrovia». Non si fanno illusioni i membri del comitato consapevoli degli ostacoli di matrice tecnica, comportati dalle dimensioni del cambiamento, e di natura economica: «Un preventivo di massima allegato al progetto ed elaborato in base al prezziario regionale per la base d’asta delle opere pubbliche segnala una spesa pari a circa 18 milioni di euro. Intervento che non rientra sicuramente nelle possibilità finanziarie della nostra amministrazione ma necessita di un supporto deciso di Provincia e Regione, è però realizzabile in quattro lotti distinti». E il sindaco? Camillo Scimone si dichiara disponibile, ma con cautela: «Il progetto richiede interventi ingenti e prudenza: - spiega - passate le elezioni ormai alle porte l’amministrazione si attiverà per richiedere i permessi necessari alle Ferrovie dello Stato e per vagliare l’eventuale supporto economico. Con il verificarsi di queste condizioni sarà possibile attivare l’intera operazione. Operazione che andrà ad integrarsi con la copertura già in progetto, grazie ai finanziamenti dell’assessor
ato regionale ai Trasporti, di parte dei binari in centro città». Più ottimista William Casoni: «Se tecnicamente fattibile - dice il vicepresidente del Piemonte - la Regione garantisce la realizzazione dell’opera, purchè a lotti. Dopo la recente intesa siglata con Comune e Ferrovie dello stato per la copertura di una parte della ferrovia in centro città, un nuovo incontro con Rfi potrà fare chiarezza su tempi e metodi di realizzazione del nuovo intervento».






Nota del Comitato Pendolari: Come già detto in un’altra occasione, ferroviariamente parlando questa soluzione è un suicidio per Bra. Anziché richiedere il potenziamento delle linee, la riapertura della Bra-Ceva e perfino l’inutile (ai fini delle velocità raggiungibili) elettrificazione della Bra-Alba, si chiede di limitare la stazione, riducendone grandemente le potenzialità, e di trasformarla in stazione di testa, peraltro con costi abnormi, causati dall’abbassamento del piano del ferro per parecchi chilometri di binari.
Anche per chi non è per nulla esperto di ferrovia, è facile intuire che i binari non possono superare determinate pendenze e che, quindi, tale proposta ipotetica - stando ai dati finora in nostro possesso - renderebbe di fatto impossibili i collegamenti diretti Alba-Torino, obbligando quindi i viaggiatori provenienti dalla linea di Alba ad un cambio treno obbligato a Bra: in sostanza, scomparirebbero, per impossibilità materiale di effettuazione, i treni “diretti” Alba-Torino.

Più interessante potrebbe essere il progetto dell’Arch. Filippo Bellonio, già pubblicato nella nostra rassegna stampa e consultabile seguendo questo link. Tale opera, nel complesso ragionevole e non lesiva sull’impostazione attuale dei binari, potrebbe eventualmente dare una risposta ai gravissimi problemi di isolamento del quartiere Oltreferrovia.

Oppure un’altra ipotesi, che ci è stata prospettata dal “Comitato spontaneo per il passaggio a livello” citato nell’articolo, prevede un giro più largo (non ancora rappresentato su una cartina) che congiungerebbe via Piumati con via Palma di Cesnola (o zone limitrofe); tale soluzione, a nostro giudizio molto interessante, è certamente fattibile, nonché molto economica e di impatto nullo sull’impianto attuale dei binari.

Fra le tre opzioni presentate, sicuramente per i pendolari la seconda e la terza sono equivalenti, nel senso che non provocano alcun danno ai viaggiatori; la prima, invece, presenta conseguenze negative forse persino superiori a quelle sin qui emerse.

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