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Data di pubblicazione:20/03/2005
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:Contestarono i ritardi, multati: sanzione a chi aveva aderito allo «sciopero dell’abbonamento»
Testo dell’articolo:ALESSANDRIA - «Oltre al danno la beffa»: i pendolari casalesi, nonostante le promesse di Trenitalia, non hanno visto alcun rimborso per i ritardi accumulati dai treni. E protestano anche i pendolari acquesi, che non hanno avuto riscontri alle loro richietse. Inoltre, c’è tensione per le multe elevate a chi aveva aderito allo «sciopero dell’abbonamento». Ai casalesi lo sconto promesso sull’abbonamento, 2,49 euro, per compensare almeno in parte ai disagi per i ritardi non è stato concesso. Alla stazione si sono sentiti dire che non ne avevano diritto, perché oltre alle linee per Milano, Torino, Genova, usavano le tratte da Casale. «Come se qui - dice Roberto Rossi, pendolare sulla linea Casale-Vercelli - i ritardi non si fossero registrati». Ad Alessandria, poi, i pendolari si sono sentiti chiedere ironicamente se volevano «diventare ricchi». Ma di sconti non ne hanno avuti. Un’altra beffa è la multa di circa 40 euro comminata a chi aveva inscenato una protesta per i disservizi, rifiutandosi di presentare al controllore l’abbonamento ed esibendo invece un volantino dove si spiegavano i motivi dell’iniziativa. L’assessore regionale William Casoni aveva promesso appoggio alla protesta, ora invece i pendolari si trovano a dover pagare.
Intanto, le proteste proseguono: «Il treno delle 18,21 in partenza da Alessandria per Casale ha regolarmente 15 minuti di ritardo - dice Giuliano Ghirardi, pendolare su questa linea - e altri 15 si perdono a Valenza. La settimana di Pasqua, poi, i treni del mattino saranno sostituiti da pullman. E che dire del Minuetto? Non parte quando il “gabinetto intelligente” non viene rifornito d’acqua».
Clima teso anche ad Acqui. L’Associazione pendolari dell’Acquese, di cui è presidente Alfio Zorzan, denuncia che non c’è stato alcun miglioramento della situazione prospettata un mese fa ai dirigenti di Trenitalia di Piemonte e Liguria. Sia per quanto riguarda le mancate coincidenze sia per la qualità del materiale rotabile utilizzato. «Noi pendolari dell’Acquese, forzati del treno - dice Zorzan -, conviviamo da anni con una situazione di isolamento e subiamo sempre più questo confinamento in un’area di periferia nonostante il nostro territorio si trovi in una posizione baricentrica nei confronti del triangolo industriale del Nord-Ovest d’Italia. Crediamo che sia possibile ottenere quanto chiesto senza faraonici investimenti, ma solo con una maggiore oculatezza delle risorse esistenti nel rispetto dei viaggiatori che quotidianamente si devono recare a scuola o al lavoro a Torino o Genova».

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