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Data di pubblicazione:24/03/2005
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Treno deragliato a Cuneo: l’accusa propone due anni
Testo dell’articolo:CUNEO - Pietro Noto, il macchinista alla guida del treno deragliato a Madonna dell’Olmo il 13 settembre, patteggerà la pena davanti al giudice. Alle 7,19, poco prima di arrivare alla stazione cuneese, il convoglio (proveniente da Torino) uscì dai binari, poco dopo aver superato gli scambi, piegandosi su un fianco: nell’impatto morirono due donne, la capotreno Anna Maria Matarrese, e la passeggera Duilia Logli, impiegata in Questura. Furono 33 le persone rimaste ferite. Anche il conducente della motrice riportò gravi traumi e venne ricoverato al «Santa Croce». Noto è l’unico indagato per il deragliamento. L’udienza, fissata ieri mattina in tribunale a Cuneo, per l’incidente probatorio, è stata rinviata: la verifica tecnica non sarà più necessaria, in quanto è stata raggiunta un’intesa tra i difensori del ferroviere e l’ufficio della Procura, su una proposta di patteggiamento che, sfiorando i due anni di reclusione, prevede il beneficio della sospensione condizionale della pena.
«Abbiamo deciso di aderire alla proposta avanzata dal pubblico ministero - spiega uno dei legali di Pietro Noto, l’avvocato Mauro Mantelli -, in quanto rimane al di sotto del tetto dei due anni e riconosce una compartecipazione di cause all’origine del deragliamento. Fra queste, in particolare, gli elementi legati alla sicurezza della linea ferroviaria». Sicurezza considerata insufficiente da più parti. Dopo l’incidente del 13 settembre, sulla linea Fossano-Cuneo sono state eseguite decine di prove tecniche, per accertare, per esempio, il funzionamento della sequenza dei semafori, che avrebbero dovuto segnalare al macchinista di ridurre la velocità, perché gli scambi erano stati attivati. Oltre all’inchiesta della Procura, coordinata dal sostituto procuratore Pier Attilio Stea, sono state fatte verifiche anche da parte di tecnici incaricati dalle commissioni nominate da Regione, Trenitalia e ministero dei Trasporti. «Super esperti» della polizia ferroviaria di Torino e Milano hanno letto e interpretato la «scatola nera» del convoglio, le registrazioni dei segnalatori, le «tracce» relative al viaggio del treno regionale: tutto ciò è andato a comporre, in cinque mesi, il voluminoso dossier sulla base del quale la Procura ha tratto le proprie conclusioni.

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