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Data di pubblicazione:13/04/2005
Fonte:L’Eco del Chisone
Titolo dell’articolo:Assume contorni grotteschi la vicenda della Pinerolo-Torre Pellice: sarà un treno «sperimentale e transitorio»
Testo dell’articolo:Colpo di scena! L’ennesimo di una vicenda che, se non fosse giocata sulla pazienza dei pendolari e dei pinerolesi, alla fin fine farebbe anche ridere. Il treno Pinerolo-Torre Pellice inizierà, forse, il servizio il 26 aprile, ma rimarrà in funzione soltanto per un mese.

Lo dice una lettera del 6 aprile inviata dal direttore regionale Trasporti Aldo Manto al sindaco Barbero. Eccola.

«La domanda proveniente dal territorio pinerolese per il collegamento Torre Pellice-Pinerolo è caratterizzata da flussi costanti valutabili in circa 300-400 utenti al giorno; fino ad oggi il servizio è stato espletato mediante servizio sostitutivo bus con ragionevoli livelli di soddisfazione della domanda. I pareri tecnici regionali e di Rete ferroviaria italiana concordano sulla non attuabilità del servizio tram-treno; concordiamo sui possibili disagi che potrebbe arrecare il transito ferroviario rispetto alla circolazione automobilistica all’interno della città di Pinerolo, come ampiamente indicato dal sindaco Barbero. Proponiamo un periodo transitorio sperimentale di riattivazione del servizio ferroviario della durata massima di 30 giorni, al fine di verificare operativamente gli eventuali riflessi negativi, così come ventilati dal sindaco. Sulla scorta delle indicazioni derivanti da tale fase di sperimentazione si assumerà la decisione di mantenere il servizio ferroviario o ripristinare il servizio su gomma».

Lettera, questa, confermata agli amministratori ed ai pendolari da un rappresentante dell’Agenzia regionale per la mobilità metropolitana nell’incontro tenutosi in municipio l’8 aprile. L’Agenzia, dal 1º gennaio, è l’interlocutore sul tema trasporto in Torino e provincia e dunque, sulla base di questa nuova organizzazione, Trenitalia, Rfi e Regione non partecipano più direttamente agli incontri con l’utenza. Il delegato dell’Agenzia ha confermato che, al momento, esisterebbe soltanto il finanziamento della Regione per un mese di servizio e la ripartenza «sperimentale e transitoria» del treno potrebbe slittare al 2 maggio. Ha anche tentato di presentare una bozza dell’orario, con il previsto servizio misto ferrovia-gomma già contestato in passato dal Coordinamento pendolari, ma l’indignazione dei presenti ha di fatto chiuso anticipatamente l’incontro.

Il sindaco Barbero ha un diavolo per capello: «Ricordo che il Comune, che si tenta di far passare come unico ostacolo che si frappone alla riapertura del servizio, ha contribuito alle spese di ricostruzione del ponte su Chisone con un milione di euro! Interesserò immediatamente la neo eletta presidente della Regione Mercedes Bresso».

Altrettanto deciso il presidente della Comunità montana Claudio Bertalot, impegnato ad evitare uno scontro tra Val Pellice e Pinerolo, inutile quanto dannoso: «Ci sentiamo presi in giro, ci sono persone ed enti preposti a prendere queste decisioni. Se oggi è delegata l’Agenzia per la mobilità metropolitana, sia lei ad ipotizzare soluzioni concrete».

Un brutto segno per l’utenza pendolare, che contesta le cifre della Regione. «I viaggiatori della Val Pellice - dice Cornelli -sono almeno 300 nella fascia oraria 6,20-9 del mattino ed altrettanti per il ritorno alla sera. A questo punto sono certo che gli utenti abbandoneranno il servizio autobus, non utilizzeranno i 5-6 treni giornalieri previsti e scenderanno quotidianamente in auto a Pinerolo, con ulteriore appesantimento del traffico cittadino».

Una vicenda, questa della Pinerolo-Torre, che appare ben lungi dal vedere una conclusione. Al momento si possono fare due considerazioni. La lettera della Regione Piemonte datata 6 aprile ha comunque una certa valenza “politica”. Formulata due giorni dopo le elezioni, rimane un’espressione dell’Amministrazione e dell’assessorato ai Trasporti uscente. Pesa comunque il silenzio di Trenitalia, che pare “alla finestra” in attesa degli eventi. Situazione che potrebbe favorire in futuro la giustificazione per la chiusura della linea come “ramo secco”.

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