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Data di pubblicazione:20/04/2005
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Cuneo, la stazione trasferirà lo scalo merci nell’area vicino al Gesso. In alternativa Madonna dell’Olmo o Borgo
Testo dell’articolo:CUNEO - «L’attuale operatività dello scalo merci di Cuneo sarà garantita: se non nel capoluogo in una stazione vicina, come quella di Borgo San Dalmazzo»: i responsabili delle Ferrovie tranquillizzano sull’ormai prossimo smantellamento, per far posto al cantiere del Movicentro, dei 5 binari, a fianco di corso Monviso, utilizzati dalle grandi industrie cuneesi per spedire e ricevere merci via rotaia. Assicurazioni che sono state confermate anche al sindaco Alberto Valmaggia. «Nel corso di una serie di colloqui con i dirigenti delle Fs - dichiara il primo cittadino - ci è stato spiegato che il servizio dello scalo non subirà interruzioni, con l’apertura dei cantieri del Movicentro. Ai nostri interrogativi la risposta delle Ferrovie è stata semplice: “Dateci le merci da trasportare e noi le sposteremo come abbiamo fatto fino ad oggi”. Si è anche parlato della possibilità di utilizzare la stazione Vecchia a Borgo Gesso, oppure un tratto di ferrovia a Madonna dell’Olmo. In questi giorni chiederemo conferma scritta di queste assicurazioni».
I lavori del Movicentro, la nuova stazione di interscambio tra pullman e treno, dovrebbero iniziare a fine maggio, prima di quella data bisognerà trovare una soluzione per lo scalo merci. Anche tra i sindacati c’è preoccupazione. «La chiusura mette in crisi il polo merci di Cuneo - spiegano Raffaele Iovine Cgil, Luca Bosio Cisl e Enrico Vesce Uil -. Non dimentichiamo che qui si raccolgono i vagoni provenienti da importanti industrie del Cuneese e Saluzzese, come la «Burgo» o le «Fonti di Vinadio» e vengono preparati i convogli per i centri di smistamento di Orbassano e il porto di Savona. Un passaggio obbligato per l’industria della Granda. Chiediamo, quindi, investimenti per mantenere il traffico in questo bacino tra i più produttivi d’Italia. Allo stesso tempo denunciamo la mancanza di programmazione da parte delle Ferrovie e la scarsa attenzione per questa provincia. Sollecitiamo un intervento anche delle istituzioni locali a tutela delle aziende e dell’occupazione».
«Il problema di fondo è che le Ferrovie stanno chiudendo una dopo l’altra le stazioni merci in tutta la provincia - ricorda Giovanni Battista Mellano, titolare della «Nord-Ovest Spedizioni Internazionale» e componente della Sezione trasporti dell’Unione industriale -, basti pensare a San Michele Mondovì e a Mondovì. Questo comporta, sempre di più, il ripiegamento verso punti di carico della pianura, come Fossano o Orbassano. La nostra preoccupazione è che questa sarà la sorte anche per le imprese del bacino di Cuneo. L’attività delle aziende locali che si servono dei treni si complica sempre di più. Tecnicamente sono difficili da realizzare anche le soluzioni prospettate dalle Fs. Uno scalo merci non si può inventare da un giorno all’altro, ci vogliono rampe di accesso e attrezzature. Prima ci invitano ad usare il treno ma poi mancano le strutture». «Si potrebbe spostare tutto nell’area del Miac in frazione Ronchi - propone Giancarlo Bandiera, Forza Italia -. Un’occasione per rilanciare l’area mercatale facendo leva anche sulla potenzialità dell’agricoltura locale».





«Struttura fondamentale per il futuro dell’azienda»

«Ogni giorno un problema - dice Alberto Bertone, amministratore e presidente delle Fonti di Vinadio, una delle società che maggiormente utilizza lo scalo merci di Cuneo -. Strade bloccate, deviazioni per lavori a Demonte, ponti della valle Stura chiusi per manutenzione, a tutto questo ora si aggiunge la questione dello scalo merci di Cuneo, una struttura fondamentale per lo sviluppo della nostra azienda, che utilizza il treno come mezzo principale di trasporto e come scelta ecologica. Mancando un punto di carico a Cuneo vorrà dire che i Tir dovranno allungare i tragitti e di conseguenza anche i costi per l’azienda lieviteranno. Il nostro stabilimento ha una capacità di un milione e mezzo di bottiglie al giorno e dà lavoro ad una quarantina di addetti. Se le difficoltà continuano, come la mancata possibilità di costruire un nuovo magazzino a Vinadio, saremo costretti a trasferire uffici e amministrazione a Torino».

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