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Data di pubblicazione:24/04/2005
Fonte:L’Eco del Chisone
Titolo dell’articolo:Pinerolo, una vicenda dai contorni grotteschi: anche il ponte ferroviario è sperimentale e provvisorio?
Testo dell’articolo:Demenziale, surreale, grottesco? L'aggettivo sceglietelo voi, premesso che tutti e tre calzano a pennello. Siamo riusciti, infatti, a costruire un ponte a doppio utilizzo stradale e ferroviario, spendendo una decina di milioni, per arrivare alla conclusione che forse, là sopra, un treno non ci passerà mai. O meglio: ci passerà per un mese, a titolo sperimentale e provvisorio, e poi decideranno se la Pinerolo-Torre Pellice vale la pena di mantenerla in esercizio, manco quel ponte fosse anch'esso "sperimentale e provvisorio".


Potremmo tornare al collegamento su gomma, ha fatto sapere la Direzione trasporti della Regione Piemonte, riesumando (al di là di ogni senso del ridicolo) un'istanza respinta al mittente quattro anni fa, quando i pinerolesi, inutile negarlo, auspicavano come risarcimento post alluvione l'affrancamento dai passaggi a livello.


Della presa di posizione dei sindaci e dei pendolari ne parla l'articolo di Franchino. Chiedono di sospenderla, quella sperimentazione-pateracchio, e di riportare la palla al centro rigiocando la partita.


Insistere sul tram-treno (dato che le rotaie e non solo la strada varcano il Chisone!) contando sui buoni uffici della presidente Bresso, che quell'ipotesi l'ha sempre condivisa, pare l'unica soluzione possibile. Perseguendo barriere semaforizzate ed un servizio (anche) metropolitano, in grado di soccorrere con un maggior numero di fermate Pinerolo ed i suoi immediati dintorni (leggi Borgo Nuovo, Bima di S. Secondo, Cappella Moreri di Bricherasio). Magari riconsiderando l'interramento della strada ferrata nel tratto cittadino auspicato dall'ing. Pinchiaroglio, dettagliandone i costi (abbordabili secondo il professionista, insostenibili secondo la Regione), ammesso che realizzare un sottopasso in corso Torino sia poi così impossibile.


Qualora prevalesse la tesi che il tram-treno non s'ha da fare, appurato che un collegamento tradizionale riservato a 3-400 pendolari, indiscutibilmente passivo (non scopriamo l'acqua calda, lo è sempre stato) porterebbe, prima o poi, alla soppressione della linea, sarebbe il caso di riflettere sulla proposta dell'ing. Daviero che suggerì (prima ancora lo fece Emilio Bolla) di trasformare la strada ferrata in corsia preferenziale per bus ecologici.

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