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Data di pubblicazione:29/04/2005
Fonte:L’Eco del Chisone
Titolo dell’articolo:Pinerolo-Torre Pellice, proposta controcorrente: bus ecologici e “rottamiamo” il treno
Testo dell’articolo:Annuncia l’ora delle decisioni cruciali il nuovo ponte sul Chisone che procede spedito. Cruciali ed irreversibili perché sul suo utilizzo (che molti auspicano non così scontato) si gioca la partita che condizionerà la viabilità di Pinerolo e della Val Pellice negli anni a venire.

L’assessore regionale Casoni l’ha detto chiaro: scordatevela la metropolitana leggera. Da e verso Torre correrà, ahinoi, il solito treno su cui, ore di punta a parte, non saliva e non salirà nessuno. Dunque i passaggi a livello ce li terremo e torneremo a smoccolare di fronte a sbarre abbassate che preludono al passaggio di convogli vuoti.

Tutto ciò nell’imminenza dei lavori, finanziati con fondi olimpici, che «miglioreranno la rete stradale sottolineando ulteriormente l’inutilità di un trasporto su rotaia che non ha futuro sulle piccole tratte».

La dichiarazione tra virgolette è di Piergiuseppe Daviero, ingegnere libero professionista, ex-presidente dell’Acea, dell’Usl 42 quando le Asl non cÆerano ancora e della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca che entra autorevolmente nel dibattito, «finché siamo in tempo», proponendo un diverso approccio al problema.

Assieme al ponte che viaggia (lo annunciano ultimato entro l’estate) non guasterà, insomma, far viaggiare le idee nel tentativo di rendere funzionale al territorio un’opera da 7 milioni di euro che, altrimenti, lascierà le cose come stanno.

Se Paolo Foietta, presidente del Pinerolese pedemontano ed anche responsabile del progetto su incarico della Provincia, ha sottolineato la necessità di «far pressione, imponendo l’ipotesi tramviaria in contrapposizione ad un sistema ferroviario rigido destinato a morire», Daviero propone tout court l’abolizione della strada ferrata.

«È il momento di chiederci - sottolinea - se il treno risponda, su percorsi così brevi, alle esigenze dellÆutenza. A parere mio no. Lo utilizzano quasi esclusivamente i pendolari perché costa meno rispetto all’autobus e garantisce, ammetto, condizioni di viaggio più comode, ma procede pur sempre su rotaia, con le rigidità che ne conseguono». Se la Provinciale 161 della Val Pellice sfoggia code da brivido un motivo ci sarà, ed a chi sostiene che l’interruzione della linea ha peggiorato la situazione altri ribattono che intasata lo è sempre stata, al di là dei bus sostitutivi che giocoforza, dall’ottobre del 2000, la percorrono.

Se il treno ha fatto il suo tempo, la metropolitana, secondo Daviero, è uno specchietto per le allodole: «Con i maxi tram, che dispongono di pochissimi posti a sedere, verrebbe meno anche la comodità di viaggio ed essendo di capienza limitata mi chiedo quanti dovrebbero impiegarne nelle ore di massima frequentazione».

Di qui la proposta controcorrente: «Urge un contratto di programma promosso dal Comune che chiamando in causa Regione, Ferrovie e Comunità montane, punti al raddoppio selettivo della Pinerolo-Torino ed all’impiego di autobus ecologici in Val Pellice e, perché no? nelle Valli Chisone e Germanasca». Trenitalia, sgravata da quel ramo secco (o parzialmente tale), «avrebbe così modo di investire risorse nel raddoppio, mentre Piazza Castello potrebbe accollarsi un Piano straordinario per la graduale sostituzione dei mezzi attualmente impiegati da Sapav e Cavourese».

L’operazione «economicamente sostenibile, garantirebbe un collegamento flessibile, ecologico (i bus utilizzerebbero il cosiddetto “gasolio bianco”, preferibile al metano) ed economico poiché il costo per i viaggiatori sarebbe analogo a quello in vigore con il contratto “Formula”». Il tutto senza buttare per aria il progetto “Ponte Chisone”, «la cui parte ferroviaria, asfaltata (si tratterebbe dunque di variarne la destinazione d’uso, ndr) proseguirebbe sino a Torre lungo il tracciato della linea attuale», trasformandosi in corsia preferenziale per i bus ecologici (come propose il consigliere regionale Emilio Bolla tempo fa) «oppure, se risultasse troppo stretta, in percorso ciclabile».

«Adesso o mai più - mette in guardia Daviero -. I vantaggi sarebbero evidenti: Pinerolo pensionerebbe i passaggi a livello, corso Bosio si raccorderebbe al sedime rotabile convertito in strada, ed i bus farebbero capolinea nel terminal, già finanziato, in progetto nell’ex-scalo merci di piazza Garibaldi rendendo a questo punto inutile l’arretramento della stazione. Il reperimento dei fondi - conclude - non sarebbe così difficile. I 30 milioni di euro che la Regione si è detta disposta ad erogare contribuendo, al 50%, all’interramento del tratto ferroviario cittadino troverebbero più utile impiego nel rinnovo degli automezzi. Quel trincerone, infatti, si trasformerebbe in una palla al piede poiché, ripeto, è solo questione di tempo, il destino della Pinerolo-Torre è segnato».



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