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Data di pubblicazione:07/07/2005
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Il Braidese presenta il conto alla Regione
Testo dell’articolo:Prima un’audizione in commissione trasporti, poi un incontro a Bra, alla presenza di altri rappresentanti politici della zona, sia a livello regionale che locale: una giornata intensa, quella di ieri, per l’assessore Daniele Borioli, che si è trovato ad affrontare alcuni dei temi più «caldi» per quanto riguarda la viabilità del Cuneese. In particolare, ovviamente, quello della Asti-Cuneo, ma anche altri temi particolarmente sentiti dalla popolazione. L’autostrada innanzitutto. «Bisogna capire - commenta il consigliere regionale Francesco Guida, ex assessore provinciale ai Trasporti ed ex sindaco proprio di Bra - se ci sono novità dall’Anas, sui tempi e per quanto riguarda la creazione della società mista pubblico-privata per l’ultimazione dei lotti rimanenti».
Poi, in subordine, la questione degli otto cosiddetti «nodi» della viabilità in Granda: dalla Cuneo-Mondovì alla Genola-Levaldigi, dalla Dogliani-Montezemolo agli interventi che riguardano Sommariva Bosco, Savigliano e Racconigi. «Progetti che, man mano che vengono redatti dalla conferenza dei servizi - spiega ancora Guida - devono ricevere il finanziamento da parte della Regione. Non si tratta di un’opzione, ma di un obbligo sancito dalla legge, che riguarda tutta la viabilità trasferita dall’Anas agli enti locali».
«Sulla questione della Asti-Cuneo, ho parlato con l’Anas - risponde Borioli - anche se come Regione possiamo solo svolgere una forte pressione politica. Mi hanno comunque confermato che i lavori procederanno il più velocemente possibile». Ben più precise, invece, le indicazioni per quanto riguarda i nodi della viabilità. «La mia intenzione - dichiara l’assessore regionale ai Trasporti - è di non apportare modifiche a quei progetti per il Cuneese che hanno i finanziamenti già stanziati». «È tuttavia da verificare - continua Borioli - quali e quanti siano quelli che hanno già effettivamente una copertura di finanziamento. Per gli altri, bisognerà valutare e trovare il modo per reperire i fondi. Ci impegneremo a farlo, per quanto ci si trovi in una situazione di bilancio non florida. In ogni caso non possono essere frustrate le attese di tanti cittadini».
Dalla viabilità più generale, a quella locale: un altro tema che occuperà molto spazio nei prossimi mesi è sicuramente quello del passaggio a livello di via Piumati. Un «ostacolo» che da anni ormai viene vissuto dai cittadini braidesi come una divisione in due della città e che adesso pretende di ottenere una soluzione. «Un problema che esiste e che risolveremo - dice il primo cittadino di Bra, Camillo Scimone - l’importante è che ci sia la disponibilità a collaborare anche da parte della Regione, con cui avevamo preso più di un contatto, durante la passata legislatura. Mentre in quella attuale possiamo contare su più di un rappresentante della nostra zona». Com’è noto, due sono i punti della questione, che comportano un grado crescente di impegno: l’eventuale copertura della ferrovia e la creazione del sottopassaggio che permetta così di eliminare il passaggio a livello. «Nel primo caso - sottolinea Scimone - si tratta un’operazione che comprenderebbe anche la riqualificazione di un’area importante della città. Se poi addirittura si pensa al sottopassaggio, è facile pensare i benefici che comporterebbero per la viabilità locale e per il territorio». Sul tavolo, da qualche tempo, c’è anche un progetto. «È stato stilato dai componenti del comitato spontaneo e riguarda sia la copertura che il sottopassaggio. un’idea interessante, ma quello che più conta, in questo momento, è muovere passi concreti per mettere in moto il meccanismo. Si può partire dall’intervento più semplice, quello della copertura. Poi pensare al resto, che è comunque collegato». E un primo passo concreto potrebbe essere proprio quello proposto da Francesco Guida, che rilancia l’idea di un tavolo di lavoro. «Un gruppo di studio che coinvolga - spiega l’esponente dell’Udc - insieme agli amministratori locali, anche quelli di Provincia, Regione e del comitato di quartiere. Partendo magari da uno studio di fattibilità».

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