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Data di pubblicazione:09/09/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Dalla Calabria a Porta Nuova nuova odissea sull’Intercity: fino a sei ore di ritardo ieri per i convogli provenienti dal Sud
Testo dell’articolo:Ancora una giornata nera per le ferrovie e per i collegamenti fra il Sud e la stazione Porta Nuova. Dopo la vicenda delle zecche sull’Intercity Notte 768 «Scilla» su cui ora indaga la procura, ieri tre treni provenienti da Reggio Calabria e da Palermo hanno accumulato da quattro a oltre sei ore di ritardo. Gli espressi «810» e «1940» da Palermo sono arrivati a destinazione alle 15,05 e alle 15,10 anziché alle 10,14 e alle 9,10. L’Intercity «768» da Reggio Calabria è giunto alle 15,40 anziché alle 10,30. In ritardo di 40 minuti anche il convoglio delle 14,50 da Roma Termini e quello delle 15,50 da Pisa. Un’odissea. All’origine dell’enorme ritardo c’è «il probabile suicidio di un uomo che alle 6,40 a Sarzana ha bloccato la linea per quasi tre ore, poi un guasto a un merci nel Lazio che ha ostruito verso le 8 parte della linea per un’altra ora e mezza, infine le cattive condizioni del tempo in meridione che avevano già rallentato la velocità dei treni», spiega Trenitalia. Ma le proteste sono esplose non tanto per l’imprevisto in sé, quanto per la mancanza di informazioni su convogli ancora sporchi, senza acqua nei bagni di alcune carrozze, e dove nessuno avrebbe saputo spiegare ai viaggiatori il perché di quell’enorme ritardo. «Quattro ore e un quarto su un binario morto della stazione di Minturno», racconta uno dei passeggeri. L’assistenza di Trenitalia? «Una brioche e un succo di frutta stamattina alle 9». «Durante le ore di sosta - protesta anche Calogero Piatti, appena sceso dal Palermo-Torino delle 10,14 - nei vagoni non è salito nessuno a pulire. Così molti servizi sono rimasti senza carta igienica prima di metà viaggio, e a un certo punto, durante lo stop forzato, è mancata anche la corrente elettrica». «La prima ora di ritardo - racconta Giovanni Violi, passeggero dell’altro Palermo-Torino che avrebbe dovuto arrivare a Porta Nuova alle 9,10 - l’abbiamo accumulata a Paola perché l’aria condizionata di una carrozza non funzionava. Hanno tentato di riparare l’impianto, ma inutilmente. Il treno è ripartito e a Salerno sono risaliti i tecnici che finalmente hanno risolto il problema: un’altra ora di sosta non prevista, però... Poi, chilometro dopo chilometro, il ritardo si è accumulato». «Nessuno ci ha spiegato nulla del perché si viaggiasse a singhiozzo», lamenta anche Maria Di Stefano. E Valerio Contartese, appena sceso dal Reggio Calabria-Torino sul binario 11: «Nel cuore della notte, quando abbiamo chiesto spiegazioni al cuccettista, si è persino lamentato perché l’abbiamo disturbato». Scendono esausti dai treni dopo anche 30 ore «ostaggi» in uno scompartimento. Sognano una doccia. «Neanche le bestie viaggiano in queste condizioni - s’infuria Enrico Todarello -: le condizioni igieniche erano pessime già alla partenza». Altre voci: «C’erano bambini che piangevano e madri che non riuscivano a tranquillizzarli», «Gente che passava da una carrozza all’altra in cerca di una toilette decente», «Passeggeri che avrebbero pagato oro un panino». Cappuccino e brioches. Oppure acqua e brioches. A tutti i «forzati» Trenitalia ha offerto uno spuntino. Il treno partito un’ora dopo da Palermo è arrivato a Torino cinque minuti prima. Adesso, dopo ore e ore a bordo di un treno lumaca in un percorso a ostacoli, molti dei viaggiatori rischiano la beffa, oltre al danno: «Abbiamo chiesto al capotreno qual era la procedura del rimborso, visto lo spaventoso ritardo - spiegano le sorelle Maria Antonia e Maria Rosa Bigi, residenti a Bussoleno -. Ci ha risposto che avendo comprato il biglietto a maggio, a una tariffa scontata, non abbiamo diritto ad alcun rimborso dalle ferrovie. Se è vero è una vergogna». «Vero», conferma Trenitalia.

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