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Data di pubblicazione:24/09/2005
Fonte:La Stampa edizione di Genova
Titolo dell’articolo:Genova: treni, un’altra la rivolta dei pendolari
Testo dell’articolo:Un gruppo di furibondi pendolari ha bloccato per mezz’ora i binari, ieri mattina a Prà, dopo l’ennesimo caso di grave disservizio ferroviario: due convogli da Savona erano stati soppressi all’ultimo momento e sostituiti poi con un cosiddetto Taf, ovvero un treno per brevi percorrenze capace di soli 400 posti. Quando il convoglio è arrivato a Varazze era stracolmo e molti viaggiatori, tra quelli saliti e gli altri che non riuscivano a trovar posto, esasperati, hanno deciso di manifestare la propria rabbia. È solo l’ultimo episodio in ordine di tempo, preceduto dal record di giovedì, quando, su 72 treni soppressi in tutta Italia ben 32 erano quelli cancellati in Liguria. A questo punto, visto che Fs e Trenitalia non hanno rispettato gli impegni annunciati per migliorare il servizio, la Regione ha deciso di abbandonare il tavolo tecnico istituito nei mesi scorsi per verificare la situazione e l’assessore ak Trasporti Luigi Merlo ha dato incarico agli uffici regionali se esistano «le condizioni di un’azione giudiziaria a tutela dell’ente e soprattutto delle migliaia di passeggeri che quotidianamente sono costretti, per responsabilità di Fs e Trenitalia, a vere e proprie odissee». Erano stati promessi un orario cadenzato, già rivelatosi inadeguato, il passaggio di tutti i locomotori in classe a, l’adeguamento delle carrozze, degli organici e interventi contro il degrado delle stazioni. «Si registra una sostanziale indifferenza rispetto alla drammatica situazione che rischia di creare problemi di ordine pubblico per la motivata esasperazione dei passeggeri» ha concluso l’assessore. Il preoccupante quadro generale, in una regione che conta 150 mila pendolari al giorno, è stato denunciato ieri mattina dalle Organizzazioni sindacali dei trasporti. Quando, come sostengono i rappresentanti dei consumatori, «il trasporto è un diritto» e «il biglietto acquistato un contratto con regole da rispettare». Nessuna razionalizzazione del servizio, organici carenti, materiale vecchio, linee insufficienti, finanziamenti inadeguati sono le cause di un disastro annunciato nonostante l’aumento della domanda e un’utenza in crescita che, invece di essere accolta come segnale positivo dall’azienda, sembra allo stato costituire addirittura un problema di difficile soluzione. «Il sistema ferroviario è indecente», ha detto Guido Fassio, segretario generale della Filt Cgil, presente insieme con Cinzia Ferrara di Fit Cisl, Pasquale Rappoccio di Uil Trasporti, Francesco Zolezzi di Ugl, Roberto Cesario di Orsa, Giovanni Gargano di Fast, Stefano Salvetti di Adiconsum, Carmela Minniti di Federconsumatori, Lucio Roncarati di Adoc, Dino Galizaao di Altroconsumo, Milò Bertolotto di Arci Lega, Patrizia Francalanci dello Sportello del Consumatore. Ogni giorno in Liguria vengono soppressi dagli 8 ai 21 treni. Vengono chiuse biglietteri e stazioni. In quattro anni gli addetti sono scesi di 500 unità, negli ultimi dieci sono passati da da 12 mila a 5800. Rispetto alle esigenze di organico, è la denuncia dei sindacati, mancano 70 operai delle officine in cui vengono riparati i convogli, e questo provoca i ritardi negli interventi, 50 dipendenti tra il personale viaggiante, con la conseguente chiusura delle carrozze perchè il rapporto è di 8 per ogni controllore e se l’equipaggio è carente si rimedia così, 50 addetti alle infrastrutture, ovvero quanti si occupano della manutenzione di binari e linee, 50 macchinisti. In Liguria le carrozze disponibili sono 388, comprese quelle che hanno 35 anni di vita, e ne sono necessarie ogni giorno 360 per consentire la formazione dei treni: considerando che la media di quelle ferme per riparazioni è di 60, è evidente che le soppressioni di convogli a macchia di leopardo sia ormai routine. «Noi cerchiamo in tutti i modi di venire incontro all’utenza - spiegano i rappresentanti sindacali - anche con l’apertura dell’officina di Brignole il sabato e la domenica per le riparazioni, quando il grosso dei treni regionali si ferma. E se l’azienda assumerà 12 persone, potremmo anche garantire il lavoro di notte per far fronte alle emergen
ze. Certo, se poi non ci sono i pezzi di ricambio...». Congelato anche il finanziamento governativo trasferito alla Regione per la gestione del servizio: 65 milioni di euro l’anno dal 1999, con l’inflazione calcolata già in 8 milioni. Intanto, da dicembre, quando entrerà in vigore il nuovo orario, secondo i turni di lavoro risultano dieci treni in meno al giorno tra Voltri e Nervi.

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