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Data di pubblicazione:25/10/2005
Fonte:Gazzetta d’Alba
Titolo dell’articolo:Alba-Torino in treno. Solo andata
Testo dell’articolo:Cronaca di un viaggio in treno, da pendolare. Si parte alle 6.38 di venerdì 21 dalla stazione di Alba. C’è una vita che chi non conosce questa realtà non immagina neanche. Dal freddo-umido della notte autunnale saliamo sul pullman sostitutivo, insieme al consigliere regionale Mariano Rabino, che vuole rendersi conto di persona della situazione in vista dell’incontro del 26, ad Alba, con l’assessore ai trasporti Daniele Borioli. Ognuno, sulla corriera, ha la sua storia, i suoi aneddoti e tutti vertono sullo stesso tema.

DAVIDE SENZA TRENO
Comincia Davide, che lavora a Torino: il giorno prima, avendo perso la coincidenza utile per Savona, sale sul treno per Cuneo e arriva a Bra, dove… rimane a piedi. L’ultimo pullman sostitutivo è già partito. Addio.

COMITATO PENDOLARI
A Bra arriviamo e partiamo puntuali, alle 7.13; sul nostro vagone viaggia anche Vincenzo Ramunno del Comitato pendolari di Alba-Bra: «Nei nuovi orari proposti unilateralmente da Trenitalia, le corse fra Alba e Torino sono ridotte del 40% per carenza d’utenza. Tre anni fa era stato calcolato che nel triennio l’utenza da Alba su Torino era cresciuta del 30%, mentre ad esempio da Bra solo dell’8%. Quando c’erano i servizi, la domanda era in crescita, poi quando hanno iniziato a chiudere per 14 mesi la galleria di Fey, la situazione è peggiorata. Ci chiediamo quanto abbiano speso, che lavori abbiano fatto, se dopo un anno e mezzo si è resa necessaria una nuova chiusura? E se con il precedente direttore della Divisione trasporto regionale Piemonte di Trenitalia, Ewald Fischnaller, si era creata una situazione di confronto, con l’attuale sembra siamo tornati al passato, un passato in cui la soluzione ai problemi pare consista nell’eliminare i treni: si sopperisce a una mancanza di organizzazione interna con un disservizio».


30 MINUTI DI RITARDO
Mentre Ramunno racconta, arriva una telefonata, perché i pendolari ormai hanno una buona rete informativa; è Monica, che viaggia sul treno delle 6.54 da Alba per Cuneo: ha già 30 minuti di ritardo. «Vorremmo capire se c’è un responsabile a Trenitalia», prosegue Ramunno. «Pensiamo che mentre si vogliono sopprimere i treni, il Gruppo torinese trasporti (Gtt) aumenta le corse dirette: da quest’anno ce ne sono due in più, per arrivare a 20 corse in andata e 20 al ritorno. Alba ha circa 3.000 studenti che gravitano su Torino, tra chi si ferma e chi viaggia».

IL DISAGIO CRESCE
«Negli ultimi 5 anni il disagio è cresciuto. Se prima preferivo prendere questo convoglio, perché aveva tempi di percorrenza più rapidi, oggi sempre più spesso prendo quello successivo. Sistematicamente ci sono 10-15 minuti di ritardo, che spesso sforano diventando molti di più», spiega Enrica Traballo, che lavora a Torino.

ADDIO ALLA SPESA
Parlando con Roberta, che riesce a fare la spesa solo più nei supermercati che chiudono alle 20 o nei week-end, il consigliere Rabino pensa alla qualità della vita: «Cosa puoi fare altro, se tra il viaggio e il lavoro ti mangi 13-14 ore al giorno?». Le due pendolari hanno calcolato che viaggiando per circa 4 ore al giorno, in una settimana perdono un giorno intero. I ritardi devono poi essere recuperati sul lavoro o essere decurtati dallo stipendio.

A CARMAGNOLA IN PIEDI
Il treno arriva a Sommariva del Bosco alle 7.37, con 8 minuti di ritardo: 7.37 è infatti l’orario previsto per l’arrivo a Carmagnola, dove arriviamo alle 7.43, perché siamo stati fermi per 7 minuti per aspettare una coincidenza… che non è arrivata. Chi sale da Carmagnola in avanti, rimane in piedi.


PULLMAN SOSTITUTIVO
Stefano Albertini racconta che il giorno precedente, alle 17.45, a Porta nuova ha preso il treno per Bra, dove è arrivato verso le 18.30-18.35: «Lì, ho preso il pullman sostitutivo con quelli che erano partiti da Torino alle 17.25. Effettivamente, il treno delle 17.25 ha una doppia insidia: la coincidenza a Carmagnola, che a volte parte vuota, senza aspettare, e se uno riesce a prendere quella rischia ancora di non arrivare in tempo per il bus da Bra».

SOLO CINQUE MINUTI...
Alle 7.54 siamo a Trofarello, mentre alle 7.53 avremmo dovuto essere a Lingotto. Franco, studente di ingegneria, racconta la sua esperienza: un anno fa, ha rischiato di non essere ammesso a un esame per il ritardo causato dal treno. Quando finalmente arriviamo al Lingotto, alle 8, l’altoparlante informa: «Siamo in orario». In effetti, il treno ha recuperato parecchio del ritardo che aveva e sembra che i 5 minuti non vengano nemmeno calcolati. Mercoledì 26 ottobre alle 17 nella sala consiliare di Alba si terrà l’incontro con tutti gli interlocutori privati e le istituzioni. Vedremo.

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