<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:02/11/2005
Fonte:La Stampa edizione Piemonte
Titolo dell’articolo:«Un piano segreto per ridurre i treni»
Testo dell’articolo:TORINO - Quattordici linee ferroviarie in Piemonte e complessivamente 47 a livello nazionale sarebbero in procinto di essere soppresse nel triennio 2006-08: un taglio senza precedenti pari a 5100 chilometri di binari, che corrispondono a circa un terzo dell’intera rete italiana. A denunciarlo è un’interrogazione parlamentare presentata il 28 ottobre da quindici deputati Ds, tra i quali l’intero gruppo in commissione Trasporti. La decisione, secondo gli esponenti della Quercia, sarebbe diretta conseguenza dei tagli ai trasferimenti alle Fs per 25 miliardi di euro previsti dalla legge finanziaria. All’ufficio stampa del gruppo Ferrovie dello Stato a Roma, mentre non possono che confermare i tagli alle risorse annunciati nei giorni scorsi dal ministro Tremonti, negano tuttavia ogni ripercussione che porti alla chiusura di linee e smentiscono che stia per essere adottato un piano simile. Invece, assicurano i parlamentari dei Ds, non solo c’è ma «verrà discusso nei primi giorni di novembre». Il piano a cui si fa riferimento nell’interrogazione, ribattono da Trenitalia, in effetti esiste, ma «risale al 1992 e non sarà mai in esecuzione. Si tratta di una normale esercitazione richiesta dall’azienda». E dall’ufficio stampa piemontese sottolineano anche che «è la Regione a decidere, Trenitalia effettua i servizi attenendosi alle richieste regionali, non può decidere autonomamente la chiusura di linee».
Nell’interrogazione a risposta in commissione al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi - primo firmatario il deputato ferroviere di Ancona Eugenio Duca - si parla di un programma «inaccettabile, sbagliato, che colpisce duramente il Paese, i cittadini e i lavoratori» e vengono dettagliatamente elencate le linee che sarebbero a rischio di chiusura. La maggior parte, 14 su 47, come detto interessa il Piemonte: Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale Monferrato, Asti-Castagnole Lanze, Ceva-Ormea, Santhia-Arona, Mondovì-Cuneo, Asti-Casale Monferrato-Mortara, Varallo Sesia-Vignale, Santhia-Biella, Chiasso-Asti, Asti-Nizza Monferrato, Acqui Terme-San Giuseppe di Cairo, Biella-Novara, Ovada-Acqui Terme.
La loro chiusura, sempre secondo il programma di tagli che Trenitalia si starebbe apprestando ad approvare, è collocata nel biennio 2007-08. Nell’elenco compaiono poi 3 linee lombarde (di cui due in provincia di Pavia, la Cava Carbonara-Torreberetti e la Pavia-Casalpusterlengo, oltre alla Colico-Chiavenna), 6 in Campania, 5 in Sicilia, 3 in Toscana e in Puglia, 2 in Abruzzo, Friuli, Emilia, Marche, Lazio, Molise e una in Trentino.
I firmatari dell’interrogazione chiedono al ministro Lunardi «se sia a conoscenza del programma di tagli alle linee e ai servizi previsto da Trenitalia Spa e se ne sia stata data notizia alle regioni e alle organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli utenti e se e quali iniziative intenda adottare per evitare il ridimensionamento delle ferrovie e dei servizi ai viaggiatori».






«Biella non può essere raggiunta solo in bus»

«Il presidente Ciampi, da Biella, ha appena lanciato l’appello a potenziare le infrastrutture, ferrovie comprese, e ora scopriamo che Trenitalia vuole che il Biellese sia raggiungibile solo in pullman». Wilmer Ronzani, consigliere regionale dei Ds, è molto duro sui possibili tagli alle linee minori, che danneggerebbero moltissimo il Biellese: «Ora che l’operazione è stata scoperta e denunciata, Trenitalia deve tornare sui suoi passi». Se anche il piano saltasse, come ha detto Trenitalia smentendo la notizia, resta comunque la preoccupazione: «La paura - conclude Ronzani - è di veder scomparire i 14 milioni promessi da Rfi per potenziare le nostre linee». «Non credo che le Fs possano arrivare a tanto - commenta invece l’assessore provinciale Marco Abate -: questa vicenda mi preoccupa, ma terremo alta la guardia e ci batteremo non solo perché non ci tolgano il servizio, ma anche perché esso venga migliorato».






Ovada-Alessandria mai di domenica

Considerata «ramo secco» da 40 anni, la linea tra Ovada e Alessandria è sottoposta a un continuo stillicidio di tagli: nell’orario 2006, ad esempio, è previsto un massiccio impiego di autobus sostitutivi. Il Comune s’è imputato e ha chiesto almeno in contropartita l’istituzione di qualche corsa alla domenica. Infatti ormai da anni nei giorni festivi, vista l’assenza di pendolari, non ci sono treni fra le due città: o auto o pullman. Per quanto riguarda Acqui, invece, secondo il presidente dell’assocazione pendolari Alfio Zorzan, le linee più a rischio sarebbero quelle per Savona e Nizza.

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it